Medioetruria sale sull’ultimo treno del Pnrr

Vertice delle Camere di commercio di Arezzo-Siena e Umbria per la stazione dell’alta velocità: è una corsa contro il tempo per i fondi

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Le associazioni di categoria rappresentate dalle Camere di commercio chiamano, ora sta ai presidenti delle Regioni Toscana e Umbria dare una risposta, con un atto formale sollecitato dal mondo economico delle province di Siena, Arezzo, Perugia e Terni. L’ipotesi della stazione dell’alta velocità Medio Etruria, gemella della Medio Padana a Reggio Emilia, si trascina da una decina di anni, tra studi di fattibilità, scaramucce di campanile, accelerazioni e frenate. Ma ora si è aperto uno scenario inedito: la pioggia di fondi Pnrr è stata raccolta anche da Rfi, che ha così liberato risorse dai propri bilanci. E quindi il momento di provare a chiedere quello sforzo progettuale e finanziario a governo e Rfi è adesso, perché il Pnrr non passerà una seconda volta. Si parla di 40-50 milioni di euro, se si sceglierà la soluzione intermedia, cioè Creti-Farneta, in provincia di Arezzo ma a due passi dal confine con l’Umbria e soprattutto a pochi chilometri da Terontola.

Già, perché la collocazione è un nodo ancora irrisolto e le Camere di commercio ovviamente giocano sul filo dell’equilibrio senza sbilanciarsi ufficialmente: sebbene l’iniziativa comune sia di per sé spia di una possibile convergenza sulla baricentrica Creti-Farneta, rispetto a Chiusi-Montallese nel senese e Rigutino nell’aretino (oltre a Saragiolo-Bettolle su cui insiste il vice presidente del Consiglio regionale Scaramelli).

Massimo Guasconi, presidente di Siena-Arezzo, è esplicito: "Intravediamo un pericolo nell’innamorarsi di questa o quella soluzione, è un ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo. Prima serve la condivisione dell’idea, senza fughe in avanti o corsa a mettere bandierine. Il mondo economico aspetta risposte concrete".

In Umbria, per esempio, non hanno visto di buon occhio la corsa alle firme promossa ad Arezzo a sostegno della soluzione in casa propria.

È anche per questo che il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, si pone convintamente nella scia delle Camere di commercio, appoggiando l’iniziativa senza entrare nel merito della collocazione e garantendo "pieno supporto del Comune. La domanda di mobilità e di accessibilità di queste province deve trovare soddisfazione. L’aggancio al sistema nazionale ed europeo dell’Alta Velocità non è rimandabile".

Per Siena la sede della stazione rappresenta un dilemma non da poco, perché Chiusi-Montallese, oltre a essere in provincia, può essere raggiunta anche in treno, confidando magari in un ammodernamento della linea a binario unico tramite la realizzazione di punti di scambio. Creti-Farneta sarebbe invece più vicina via gomma ma comporterebbe appunto la necessità di integrare le due modalità di spostamento, sfumando i vantaggi della rotaia. Ma se la massa critica è davvero quella con l’Umbria e quindi il riferimento a un bacino di utenza di 1,5 milioni di abitanti, 200mila imprese con 600mila occupati, dieci milioni di turisti, ecco che l’opzione "per noi più facilmente raggiungibile" individuata dal presidente Mencaroni assume le sembianze di quella mediana e cioè Creti-Farneta.

Oltre alla sollecitazione ai presidenti di Regione affinché producano un atto formale condiviso, si guarda anche alla politica in generale. "Ci saremmo aspettati più attenzione sul tema infrastrutturale in campagna elettorale – ha affermato Guasconi –, serve immediatezza per cogliere l’opportunità". Ma intanto, chiedono le categorie, Eugenio Giani e Donatella Tesei, presidenti delle due Regioni, dovrebbero sottoscrivere un protocollo per sollecitare la progettazione dell’opera. Sarebbe un primo passo fondamentale.

Orlando Pacchiani