REDAZIONE AREZZO

Meccanico condannato. Truffava il titolare con lavori al nero. Spariti 44 mila euro

Il 40enne effettuava interventi che per l’officina erano in garanzia in realtà si faceva pagare in contanti dai clienti per non lasciare traccia. Scoperto è stato licenziato, condannato a un anno e nove mesi.

Meccanico condannato. Truffava il titolare con lavori al nero. Spariti 44 mila euro

di Gaia Papi

AREZZO

Per quattro anni ha truffato la concessionaria auto che lo aveva assunto come accettatore di officina, mettendosi in tasca 44 mila euro. Due giorni fa il quarantenne napoletano, residente ad Arezzo, è stato condannato dal Giudice del Tribunale, Michele Nisticò, ad un anno e nove mesi di reclusione e al risarcimento di quei 44 mila euro per truffa aggravata perpetrata ai danni della concessionaria Peugeot aretina, difesa dall’avvocato Andrea Santini. I titolari una volta scoperto lo avevano licenziato e poi denunciato. Proprio a seguito della denuncia per truffa era partito il processo. Ma non solo, anche l’officina che proprio il dipendente infedele intanto si era aperto. Ma andiamo per ordine. L’uomo, nel tempo, aveva messo in piedi e affinato la sua tecnica. Un giochetto che è andato avanti dal 2016 al dicembre 2019. In qualità di dipendente della ditta, per la manutenzione della auto, si faceva pagare in contanti. Peccato però che quei soldi non finissero nelle casse della concessionaria, ma nelle sue tasche. Come faceva? Semplice, nella fattura indicava "importo zero", così da far apparite che tali lavori erano stati eseguiti in garanzia, quindi con spese a carico della concessionaria, mentre invece lui ritirava il denaro direttamente dai clienti. Tutto era calcolato con precisione. Il quarantenne infatti successivamente provvedeva a cancellare la fattura dal sistema per impedirne la contabilizzazione, impossessandosi quindi delle somme.

Un giochetto andato avanti per ben quattro anni, per lui è stato semplice. Del resto la sua mansione prevedeva il primo contatto con la clientela, a lui spettava la ricognizione dei malfunzionamenti lamentati e i servizi richiesti dal cliente, la compilazione delle schede di lavoro per i meccanici, l’ordine di eventuali pezzi di ricambio verso i fornitori e la gestione dei rapporti con gli stessi, nonché la riconsegna dei veicoli riparati e il ricevimento di eventuali pagamenti in contante da parte degli stessi. Per l’espletamento di tali mansioni il quarantenne aveva accesso in via autonoma al sistema informatico gestionale che contabilizza per schede nominative le prestazioni effettuate e le somme riscosse da ciascun cliente. Così facendo il dipendente infedele è riuscito a portar via 44mila euro alla concessionaria. Una volta scoperto è stato licenziato e denunciato per truffa, dando il via al processo che in questi giorni ne ha determinata la condanna. Ma ancora prima, subito dopo essere stato denunciato, mentre era in attesa di giudizio, ha visto bene di aprire un’officina tutta sua nella zona industriale di Arezzo che, tutt’oggi, gestisce.