
Ferrer Vannetti
Arezzo, 4 luglio 2019 . Una bruttissima avventura quella vissuta da Ferrer Vannetti, presidente di Confartigianato Arezzo, e da sua moglie l’avvocato Franca Testerini. Giorni fa una banda di ladri ha svaligiato la villa della coppia che si trova sulla colline intorno a Sansepolcro. Un colpo durissimo, reso ancora più scioccante dal fatto che, mentre i ladri facevano razzia in casa, i padroni erano in veranda assieme ad amici.
Ed è proprio per questo che Vannetti ha deciso di parlare: «Ho deciso di metterci la faccia perché questa persone sono entrate in casa nostra e, come si vede dalle telecamere, si sono mossi in assoluta tranquillità, in maniera sfacciata. Ecco, io vorrei che ci fossero più mezzi e risorse per le forze dell’ordine che in queste situazioni si trovano a combattare una lotta impari. Inoltre, occorre certezza della pena e uno Stato pronto, che protegga i cittadini dalla malavita e da episodi di questo genere».
Partiamo dall’inizio, come vi siete accorti di quanto stava accadendo nella vostra villa? «Eravamo in veranda con amici e stavamo semplicemente giocando a carte. Ci ha raggiunti il cane e l’ho sentito ringhiare, così sono entrato. Arrivato in sala, mi sono accorto che stava accadendo qualcosa nelle camere. Mi stavo avvicinando in silenzio ma i miei ospiti mi hanno chiamato, così i ladri hanno avuto il tempo di andare via, saltando dalle finestre».
Il bottino? «Orologi, penne da collezione, monete, contanti...».
Avete un impianto di videosorveglianza «Sì e si vede bene come queste persone abbiano agito in totale tranquillità, a volto scoperto. Nel giro di venti minuti hanno messo a segno il colpo».
Da quante persone era composta la banda? «Due, forse tre. Sicuramente uno era in casa e uno fuori, che riceveva la refurtiva lanciata dalla finestra. Probabilmente c’era anche un terzo soggetto. Le forze di polizia ci hanno spiegato che la banda è nota, sono già sulle loro tracce da tempo e hanno avuto alcuni incontri ravvicinati».
Come vi siete sentiti quando avete scoperto l’accaduto? «La prima sensazione è stata l’incredulità, la sensazione di essere finiti dentro a un film. Poi sono subentrate la rabbia e lo spavento. Ci siamo sentiti violati nella nostra intimità. A questo punto la certezza è che dobbiamo intensificare le forme di protezione. Abbiamo un impianto di sorveglianza per quando usciamo di casa, non avremmo mai immaginato di doverlo utilizzare anche mentre siamo dentro».