Ma intanto è assalto ai banchi: Streetfood, la notte delle code

L'evento rivoluziona la movida: migliaia di persone al Prato davanti ai banchi. E oggi è atteso il bis fin dall'ora di pranzo

La notte di Streetfood

La notte di Streetfood

Arezzo, 15 settembre 2019 - Fino a stasera continuano a lavorare i fornelli, da domani il testimone passa alle lavanderie. I «vestiti buoni» sono messi a dura prova sull’erba del Prato. Un po’ perchè resta sempre un parco, non nato e cresciuto per i tacchi e le «mise» del sabato sera. Un po’ perché come ti giri rischi la «frittata». Compri gli arrosticini e nello sfilargli dallo spiedino le gocce d’olio se ne vanno in caduta libera.

Viri sulle bombette di Alberobello e l’unto ti «benedice». Viaggi verso gli hamburger e non sai fino a quando il contenuto reggerà tra le due fette di pane fatidiche. Ma con il coraggio dei forti gli aretini continuano a votare per i cibi di strada. A cominciare dalla versione Streetfood, quella aretina davvero, inventata da Massimiliano Ricciarini e clonata ormai in tutta Italia e con le prime tappe all’estero. Ieri la prima giornata piena.

Dalla mattina, con l’ora di pranzo scandita dalle code. Perfino ai tavoli, non perchè fossero esauriti ma perchè intorno ai 30 gradi quelli all’ombra fanno di sicuro più gola degli altri. Un flusso continuo: con picchi a cavallo del pranzo e della cena ma puntando su un orologio ormai spalmato dappertutto. Ogni ora è buona per mangiare. Specie per i turisti, che sbarcano qui quasi a sorpresa.

Arrivano per Piero o Cimabue e si ritrovano faccia a faccia con i cannoli siciliani o il fritto di pesce. Un fritto degustato con vista sul Casentino, anche se la terrazza panoramica del Prato è transennata per motivi di sicurezza. Gli steward, o se preferite gli uomini della sicurezza, sono vestiti di nero ma si godono anche loro la festa del parco.

La follia nei momenti di punta c’è ma mai a livelli che ne imponga l’intervento, anche perché il verde del parco è spazioso, ben oltre i confini di piazza Grande o della zona Eden, le terre degli altri eventi aretini dalla pazza folla. La sera certo la movida risale la città alta. Un muro di folla, che dopo le 19 si è abbattuto anche ieri sui vialetti, code dappertutto. Un esperimento che era riuscito d’estate con il Mengo, nello stesso spazio che ora i maghi dei sapori condiscono da par loro. E che trova ogni volta puntuale conferma.

Anche grazie alla città di Natale ormai il Prato è sdoganato, uno spazio utile per eventi anche di massa. E peccato resti sempre fuori la Fortezza, ancora in cerca d’autore, almeno sul piano del grande pubblico. Le piazze della movida reggono, in particolare San Francesco che resta comunque la capitale trendy, ma certo in serate come quella di ieri e di stasera soffre anche lei.

Oggi, precedenti alla mano, la folla dovrebbe abbattersi quassù anche per pranzo: o almeno è quello che sperano i venticinque protagonisti dell’evento. Che ad aprile si ritrovarono a stretto con il freddo del parco Giotto, di sera pochi gradi sotto zero, roba per stomaci forti, e che stavolta assaggiano il settembre più caldo di sempre.

Poi intorno ai banchi gli organizzatori caricano l’evento di musica, presentazione di libri, visite guidate: ma la molla principale per prendere in salita il Corso resta quella della gola. Un peccato meno mortale del solito, se non per le tasche, complici prezzi che in queste avventure non vanno di certo per il sottile.

Babbo, mamma e due figli se vogliono mangiare davvero spendono quello che spenderebbero al ristorante e non di quelli più economici. Lì mangerebbero a sedere e con le gambe sotto il tavolo. Qui passeggiano voluttuosamente nel verde dipinto di verde. Ed è paradossalmente proprio questo ad alimentare i numeri: nel parco a piedi nudi e a pancia piena. Roba da far impallidire Robert Redford e Jane Fonda.