Le tele ritrovate di Vasari. La scoperta nel campanile. Via all’iter per l’attribuzione

Si tratta di due opere di grandi dimensioni che componevano un stendardo. Nella prossima puntata della trasmissione "Paesi che vai" focus sul rinvenimento.

Le tele ritrovate di Vasari. La scoperta nel campanile. Via all’iter per l’attribuzione

Le tele ritrovate di Vasari. La scoperta nel campanile. Via all’iter per l’attribuzione

Una scoperta mai raccontata prima quella cui è dedicata la puntata di "Paesi che vai" di domenica, in onda alle 14 su Rai 2: due tele di grandi dimensioni, attribuite a Giorgio Vasari, che raffigurano la Predica del Battista e il Battesimo di Gesù, e che insieme componevano uno stendardo da portare in processione. Livio Leonardi ripercorre l’incredibile rinvenimento di una delle due tele, dimenticata nei depositi del campanile di una chiesa, dalla quale, grazie al lavoro di ricerca di Serena Nocentini, è stato possibile restituire la paternità al celebre artista. La scoperta è talmente recente che l’attribuzione sarà confermata dopo i restauri e gli studi necessari, ma ci sono fortissimi indicatori di una concreta possibilità di aggiungere le due opere al catalogo di Giorgio Vasari di cui, proprio quest’anno, ricorre il 450esimo anniversario della sua morte. Un evento per il quale Arezzo si sta preparando a celebrare nel migliore dei modi. Vasari, pittore manierista, ha saputo distinguersi e imporsi fra i più quotati intellettuali del suo tempo grazie ai molti talenti. Fu infatti scenografo, architetto e padre della storia dell’arte moderna, grazie all’edizione de "Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti", o più semplicemente "le Vite".

Giorgio Vasari, nonostante il respiro internazionale della sua fama, rimase però sempre legato ad Arezzo, e "Paesi che vai" visita i luoghi che gli furono cari e che influirono nella sua formazione, come la Cattedrale, in cui mosse i primi passi della sua carriera artistica, nella bottega del francese Guillaume de Marcillat. Il suo ingegno architettonico esplose grazie al sodalizio con Cosimo I de Medici, che portò anche alla realizzazione dell’Acquedotto vasariano. Importante la sua casa, cui l’artista dedicò tante energie rendendola di fatto il manifesto manierista della sua produzione. Senza dimenticare le innovazioni urbanistiche, come il Palazzo delle Logge in Piazza Grande, o le opere più personali come il monumento funebre nella Badia delle Santissima Flora e Lucilla. Le telecamere mostreranno anche altre meraviglie conservate ad Arezzo, come l’affascinante crocefisso del Cimabue per poi spostarsi fuori città e scoprire l’antica tradizione delle piante officinali e le foreste casentinesi.

Gaia Papi