
Lorenzo Parmeggiani, medico d'urgenza ad Arezzo, ha scelto una carriera dinamica e umanitaria, sfatando i pregiudizi sul settore. Con turni gestibili e buona retribuzione, conferma ogni giorno la sua passione nel Pronto soccorso.
A sedici anni correva a salvare vite sull’ambulanza, volontario per passione. Oggi ha 30 anni, indossa la "divisa" del medico d’urgenza, per scelta. Lorenzo Parmeggiani (nella foto) è uno specilaizzando in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale di Arezzo che va "controcorrente", cioè nella direzione opposta a tanti suoi colleghi che alla Scuola di specializzazione scelgono altre discipline: dermatologia, chirurgia estetica, cardiologia le più gettonate. "Già a scuola ci sono dei pregiudizi sulla formazione in emergenza-urgenza e molti giovani non sanno cosa fare".
Lui ha le idee chiare e ha fatto la sua scelta "perché è un lavoro dinamico che mi consente di stare a contatto con i pazienti e misurarmi su uno spettro ampio di patologie". E "sfata" lo schema dei turni massacranti: "Facciamo sei ore, certo impegnative e con l’adrenalina a mille, ma poi hai sempre una mattina e un pomeriggio liberi. Il turno di notte lo fai una volta a settimana. E pure sul piano economico, non ci si può lamentare perché la retribuzione mensile sfiora i tremila euro". Ha scelto il Pronto soccorso perché "cercavo una realtà lavorativa dinamica, con la possibilità di vedere tanti pazienti e valorizzare anche il lato umano. Non mi interessava fare l’ultraspecialista, bensì abbracciare un ventaglio ampio di intervento per essere all’altezza di gestire i pazienti sia nella loro fase più acuta, sia nelle condizioni meno gravi". Lorenzo è già al traguardo della specializzazione. E conferma la sua decisione ogni giorno nelle sale del Pronto soccorso.
Lucia Bigozzi