Da queste parti siamo spesso tentati dal "lamentasse del tempo bóno", come ci ricorda un antico modo di dire aretino.
La Città del Natale è un mistero senza fine bello come la donna di Guido Gozzano: anno dopo anno, fine settimana dopo fine settimana, pullman dopo pullman, moltiplica la sua forza attrattiva trasformando una realtà di provincia abituata a visite "mordi e fuggi" a una città spiazzata costretta a convivere con quel sovraffollamento di turisti che, con l’ennesimo neologismo inglese, chiamiamo overtourism. La domanda è una sola: Arezzo risente della presenza di un numero di visitatori superiore a quello che il luogo e gli abitanti possono sostenere?