GABRIELE MORONI
Cronaca

Libero e la vittoria negata

Ferrario si impose in due Bernocchi, la terza è ancora un ’’giallo’’ .

Libero e la vittoria negata

PARABIAGO (Milano)

Una Coppa Bernocchi nel segno di un campione grande e sfortunato, troppo presto strappato alla vita. L’edizione numero 104 partirà lunedì da Parabiago, anziché, come da tradizione, nei territori di Legnano.

Un omaggio a Libero Ferrario, enfant du pays di Parabiago, primo italiano campione del mondo di ciclismo su strada nel 1923, a Zurigo. Ferrario imprime il suo sigillo anche sulla ’’Bernocchi’’. Si aggiudica l’edizione del 1922 e quella dell’anno dopo, mentre veste la maglia iridata. Nel ‘24 realizzerebbe un prestigioso tris se la sua vittoria non venisse cancellata dalla squalifica.

Cosa è accaduto? E’ il 16 settembre. Partono in 28 su 32 iscritti. Sulla salita di Viggiù è Pietro Cevini a fare selezione. In discesa Ferrario s’invola in compagnia di Arturo Bresciani. Nei pressi di Cantello in due compiono un errore di strada, se ne accorgono quasi subito, tornano sul percorso ufficiale. Nello sprint l’atleta dell’U.S. Legnanese mette tutta la sua potenza e brucia l’avversario.

Inutile. C’è un reclamo. Un giudice porta le prove dell’errore di percorso dei due uomini di testa. La vittoria di Ferrario è annullata e assegnata ad Alfredo Dinale, fresca medaglia olimpica a Parigi nell’inseguimento a squadre, che ha regolato il gruppo in volata. Su quel trionfo negato si allunga l’ombra di un ’’giallo’’. Esce dalle parole di Libero ’’Bibo’’ Rigamonti, figlio di Teresa, sorella del campione: "A sbagliare strada non furono Libero e il suo compagno di fuga ma il motociclista che precedeva la corsa. Fu lui a sbagliare strada, lo zio e Bresciani gli andarono dietro. Lo raccontavano mia madre e mio zio Roberto, fratello di Libero. ’’E pensare, diceva Libero, che per quell’errore ho fatto dei chilometri in più e non di meno’’. Nella nostra famiglia circolava anche un certo sospetto che non si fosse trattato di un semplice errore, Non ci sono mai stati riscontri, prove". "Forse fu davvero soltanto una svista, che comunque privò Ferrario della vittoria in una classica. E’ comunque strano che un motociclista chiamato a fare da apripista non conoscesse bene il percorso".

Domanda inevitabile, scontata: c’era qualcuno che poteva nutrire invidia, risentimento nei confronti del giovane astro del ciclismo? "A distanza di tanto tempo è impossibile dirlo. Certo Libero aveva un carattere forte, deciso. Dopo che aveva preso una decisione era difficile farlo recedere. L’anno prima si era laureato campione del mondo. Veniva da una famiglia piuttosto benestante. Era bello, aveva intorno un accerchiamento di ragazze. Quando era ricoverato a Cuasso al Monte, scendeva a Parabiago guidando un’automobile scoperta".

Peccato. Un gran peccato. Se quella la vittoria gli fosse stata riconosciuta, oggi Libero Ferrario sarebbe l’unico ad avere conquistato la Coppa Bernocchi per tre volte. Invece la sua doppietta rimane alla pari di quelle di Ricci, Van Loy, Bitossi, Bontempi, Sorensen e Saronni (cresciuto a Parabiago).

Quella Bernocchi per Ferrario si rivela doppiamente sinistra. Dopo il traguardo, ostacolato dalla gente, vola, cade, si rialza sofferente.

Il verdetto medico è la frattura della clavicola della spalla destra. "L’entusiasmo della folla - annota un cronista dell’epoca - che aveva assistito ordinatamente mercé un accurato servizio d’ordine è fatale al proprio idolo che viene urtato e fa una rovinosa caduta. Subito trasportato all’ospedale gli venne riscontrata la frattura della clavicola guaribile in venti giorni".

In realtà la prognosi è di quaranta giorni. Ma un male molto più subdolo di lì a poco inizia a consumare, piegare, trasformare un atleta superbo in un malato senza speranze. E’ la tubercolosi.

Libero Ferrario si congeda a 29 anni il 14 febbraio del 1930. E’ il giorno di San Valentino, la festa degli innamorati. Il 14 febbraio del 2004, a 34 anni, se ne andrà Marco Pantani.

Lunedì, la giornata di sport e di festa si aprirà alle 9.30 con la presentazione delle squadre in piazza Maggiolini, a Parabiago. Alle 11 la partenza. L’arrivo (classico, a Legnano, in viale Toselli, all’altezza del Castello) è previsto per le 15.