
di Federico D’Ascoli
Non sono diminuiti i tradimenti: sono semplicemente cambiati. Se da una parte ci sono i siti d’incontri online che fanno segnare un clamoroso aumento di iscrizioni, il +300% secondo una recente ricerca, dall’altra c’è il Covid che ha reso più complicate le occasioni buone per gli incontri extraconiugali. La convivenza forzata e, in alcuni casi, il telelavoro hanno portato all’esplosione di tensioni latenti in molte coppie: sono però diminuiti quelli che si rivolgono agli investigatori privati per ‘certificare’ le corna con immagini, pedinamenti e intercettazioni. Lo conferma Carlo Nencioli, titolare della Falco Investigazioni di Arezzo: "Chiaro che le occasioni per vedersi di nascosto, con tutte le limitazioni dell’ultimo anno, sono minori: è più difficile farla franca, insomma. Inoltre, con l’economia che va a rotoli, è più raro trovare persone disposte a spendere per un’indagine privata sui comportamenti del coniuge. Si aspettano probabilmente tempi migliori per indagare su un amante da smascherare".
Ci sono comunque diversi campanelli d’allarme ‘domestici’ per scoprire se il partner fa il doppio gioco: "È importante fare attenzione ai dettagli – spiega Nencioli – ai cambiamenti comportamentali o a un miglioramento improvviso nell’aspetto. Ancora più rilevanti sono i segnali legati allo smartphone, elemento ormai centrale nella vita di ognuno di noi. Se si cambia spesso il codice di sblocco, se ci si porta il telefono sempre dietro anche quando si va al bagno, senza lasciarlo alla portata del coniuge e si va sui sociali spesso, anche in orari strani, c’è da insospettirsi".
Ma non c’è solo l’infedeltà coniugale, c’è anche lo spionaggio industriale che rappresenta una delle principali tematiche su cui lavorano le agenzie investigative private. Il telelavoro che ha cambiato le abitudini di molti lavoratori, più distanti dal controllo diretto del datore di lavoro: "Succede che alcuni lavoratori non siano del tutto onesti nel loro impegno a domicilio provocando danni anche notevoli alle aziende – sottolinea il titolare della Falco Investigazioni – i dipendenti, avendo a disposizione dati sensibili tra le mura di casa, sono tentati dai comportamenti illeciti con più facilità. Considerando anche l’incertezza economica è chiaro che in questi mesi abbiamo registrato più tentazioni di ‘vendersi’ alla concorrenza rispetto a un periodo di normalità".
L’emergenza pandemica ha naturalmente reso più complicata l’attività d’investigazione ‘tradizionale’ che i vari Dpcm non hanno comunque mai limitato perché, naturalmente, l’investigatore privato non ha contatti ravvicinati con il diretto interessato della ricerca e quindi non viola le esigenze di distanziamento sociale. Durante la pandemia l’attività dei detective privati non si è mai fermata. Ma è profondamente cambiata: "Per motivi di lavoro ci siamo sempre potuti spostare liberamente su tutto il territorio nazionale – continua Nencioli – ovvio che con il coprifuoco che dopo certi orari è tutto chiuso l’arco d’azione si è un po’ limitato. Di notte dobbiamo avere ulteriori accortezze, perché con le strade e le città deserte è più difficile seguire discretamente le persone oggetto delle nostre attività. Sono diventate molto pesanti anche le esigenze legate alla salute: ogni volta che usciamo, soprattutto in zone rosse o in zone arancioni, ci dobbiamo sottoporre a tamponi e controlli accurati. Speriamo di tornare presto alla normalità".