Lavoro e fatturati tengono ma il futuro è grigio

L’analisi Ires: i posti crescono dell’1,7%, sono 2500 in più. Il valore aggiunto del 9% è oltre la media toscana. Le prospettive preoccupano

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di Federico D’Ascoli

La Toscana si è già fermata, Arezzo sta per seguirla. Sono in parte positivi e in parte spietati i dati del centro studi Ires sull’economia regionale presentati dalla Cgil a Firenze.

Sono molti i fattori che contribuiscono a rendere particolarmente incerto lo scenario dell’economia aretina, quella che è comunque ripartita meglio della media Toscana e ha recuperato più posti di lavoro rispetto agli altri dopo la grande gelata del Covid: adesso deve fare i conti con un futuro un po’ meno roseo.

La guerra, la pandemia che ancora non è finita, l’inflazione, i rincari energetici, la crisi climatica, i bassi salari e, come se non bastasse la campagna elettorale in pieno agosto.Anche considerando lo scenario più auspicabile relativo alla conclusione della guerra in Ucraina entro la fine dell’anno, il 2022 può già considerarsi un anno pesantemente segnato e compromesso rispetto alle aspettative di una ripresa post pandemia del ciclo economico avviatosi anche in Toscana nel 2021. Se invece il conflitto proseguisse ci sarebbe un ulteriore aumento dei prezzi delle materie prime e sul grado di incertezza che già oggi condiziona i comportamenti al consumo delle famiglie e la propensione agli investimenti delle imprese.

Dopo aver archiviato un 2020 difficilissimo, la provincia ha fatto registrare una ripresa in termini di valore aggiunto superiore alla media della Toscana (9,0% contro 6,8%). La crescita è guidata dal miglioramento della bilancia commerciale (+865 milioni di euro nel 2021) e da una sostanziale tenuta del reddito disponibile delle famiglie, oltre che da un ritorno dei consumi a livelli pre-pandemici.

Le prospettive per il 2022 e 2023 non appaiono particolarmente brillanti. Sia valore aggiunto che reddito disponibile delle famiglie sono previsti in leggero aumento, con crescite percentuali comunque inferiori rispetto alla Regione Toscana nel suo complesso. Anche il saldo commerciale dovrebbe rimanere in territorio positivo, nonostante una dinamica delle esportazioni che al 2023 sarà ancora inferiore ai livelli del 2020.

Nel 2021 ad Arezzo, in base all’indagine sulle forze di lavoro Istat, possiamo rilevare un aumento occupazionale netto di circa 2500 posti di lavoro (+1,7% e Toscana +0,1%); nei confronti del 2019 si segnala un debole aumento +0,2%.

All’opposto della dinamica regionale, gli autonomi forniscono un contributo positivo (+10,8%) rispetto a una moderata contrazione dei lavoratori dipendenti (-0,6%); gli inattivi sono diminuiti di quasi il 5% e i disoccupati del 6,4% portando il tasso di disoccupazione a ridursi di 5 decimi di punto percentuale (da 7,6% a 7,1%); l’occupazione femminile ha fornito l’apporto migliore (+2,9%; maschi +0,8%). In base alle stime Prometeia la domanda di lavoro dopo aver perso il 9% nel corso della pandemia, nel 2021 ha evidenziato un buon recupero (+5,9%) affievolendosi nel corso del 2022 (+0,9%). Per l’offerta di lavoro il 2022 evidenzierebbe una netta stagnazione degli occupati residenti parallelamente all’aumento delle persone in cerca di occupazione (+21,2%) che farebbe lievitare il tasso di disoccupazione all’8,4%.