Lavanderie a secco e la bolletta vola "Aumenti del 60% sui costi fissi"

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Lavanderie alle prese col caro bollette e costi alle stelle. Anche il settore delle tintolavanderie aretine cerca di resistere alla stangata dell’energia. "Non potrebbe essere altrimenti visto che il costo dell’energia incide per il 50-60 per cento sui costi fissi dell’impresa", spiega Andrea Cherubini presidente Cna del settore che sta vivendo un momento delicato. "So che il male è comune, e può sembrare perfino banale ripeterlo, ma il nostro comparto vive di energia elettrica e di acqua. Molti colleghi hanno riorganizzato il servizio, lavando con minore frequenza e quindi allungando i tempi di consegna dei capi, per riuscire a contenere in qualche modo il listino prezzi. Il nostro margine di guadagno, negli anni, si è ridotto sempre di più e ora siamo arrivati a livelli veramente preoccupanti", aggiunge il dirigente dell’associazione di categoria.

Un ragionamento, amaro, che non tralascia l’idea della speculazione: "Sembra il classico scenario in cui, pur nell’evidenza di una crisi, c’è chi ne approfitta per diventare sempre più ricco, mentre le classi medie vanno scomparendo e i poveri diventano sempre più poveri". La via d’uscita sta nei provvedimenti urgenti che le categorie economiche chiedono al governo e alla politica.

"Dal canto nostro, stiamo cercando di trovare la quadra. Con il progetto Lav Cost intendiamo rendere consapevoli in primis gli operatori, e poi i clienti, su quale sia il costo esatto per il servizio che offriamo. Si può lavare e stirare in molti modi, ma noi preferiamo quello corretto, che garantisce pulizia e igiene. Per la questione dei costi, spero vivamente che si trovi una soluzione al più presto".