L’altra metà del Saracino: è l’ora delle donne

Non solo damigelle: nei quartieri hanno ormai conquistato ruoli importanti dal punto di vista associativo e sociale. Le loro storie

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Donne in Giostra. Oltre le damigelle. Persone che lavorano dietro le quinte e che portano avanti grandi progetti. Una storia per Quartiere, non potendo dar voce a tutto l’universo femminile che gravita nella Giostra.

Caterina Turchi è nel quartiere di Porta Santo Spirito fin dalla nascita. È cresciuta ai Bastioni. Ha fatto il paggetto, poi la damigella e da febbraio è la presidente del Gruppo Giovanile. "Il nostro obiettivo - dice - è quello di coinvolgere nella vita del quartiere tutte le generazioni. I bambini con tante iniziative alle scuderie e nella settimana del quartierista. E le persone più grandi con eventi culturali durante tutto il corso dell’anno. Poi, ovviamente, puntiamo ad avvicinare i giovani alla Giostra. La loro partecipazione non è infatti così scontata. Vicino alle giostre sono tantissimi. Ma durante l’anno ne vediamo pochi. Il quartiere per me è invece parte fondamentale della mia vita. Qui c’è la mia famiglia e qui ci sono i miei amici. È un po’ casa".

Lucia Magnani è arrivata a Porta del Foro, 19 anni anni fa, quando ha conosciuto un giallocremisi sfegatato che poi è diventato suo marito. Dall’estate del 2017 lavora sodo per il quartiere della Chimera. È stata responsabile della cucina del quartiere e ora è presidente del Gruppo Donne di Porta del Foro. "Ci occupiamo della vita attiva del quartiere - dice Lucia - organizziamo eventi a diretto contatto con il consiglio direttivo e il comitato giovanile. Il nostro scopo è quello di unire le generazioni presenti nel Quartiere attraverso diverse attività: laboratori di cucina, club del libro, laboratori di attività manuali. Il progetto a cui teniamo molto è il ‘Grembiulino giallocremisi’, destinato ai bambini della scuola dell’infanzia e primaria con lo scopo di avvicinarli alla Giostra. Nel quartiere ho trovato un ambiente accogliente, fatto di amicizia e condivisione".

Sofia Balò si occupa del sociale a Porta Crucifera. Nata da madre cruciferina, è cresciuta con cuore rossoverde. Ha cominciato ad operare al quartiere una ventina di anni fa, dopo che il lavoro di medico l’aveva portata in giro per l’Italia. Impegnata fin dai tempi del liceo, nel sociale a sostegno di persone con disabilità e dei più fragili, ha promosso questa mission anche nel quartiere. "Sono convinta infatti - dice - che i quartieri siano punti strategici per lanciare messaggi forti di solidarietà. Abbiamo dato vita a giornate di attività ludico-sportive e giochi integrati coinvolgendo persone con disabilità intellettiva. Nella settimana del quartierista alcuni di questi ragazzi sono stati coinvolti nel servizio ai tavoli: camerieri"orgogliosi ed impeccabili. Facciamo la Giornata della famiglia per invitare adulti e bambini a lasciare a casa telefonini e riassaporare la voglia di stare insieme e giocare. Alle nostre iniziative partecipano anche i bambini del Thevenin".

Mariachiara Gamurrini arriva nel quartiere di Porta Sant’Andrea piccolissima. È stata avvicinata alla Giostra dalla madre, faentina del rione Rosso di Franco Ricci, che la portava sempre a vedere la sfilata. È stata damigella e dal 2003 fa parte del consiglio direttivo di Sant’Andrea. Attualmente è aiuto regista e si occupa di guidare turisti e studenti nel Museo biancoverde di cui è responsabile. "Quest’ultimo ruolo - ammette - è quello che mi ha dato più soddisfazioni: infatti negli anni sono riuscita a costruire una collaborazione con le Guide di Arezzo e con alcune scuole della città. Punto molto sulla diffusione della cultura giostresca tra i ragazzi, perché loro sono il nostro futuro e quello della Giostra. La Giostra e il quartiere, sono parte imprescindibile della mia vita. Ho la fortuna di essere riuscita a coinvolgere nel Saracino mio marito e i miei figli".

Sonia Fardelli