
di Laura Lucente
"Senza l’acqua di Montedoglio siamo stati costretti da qualche anno a questa parte a espiantare e a non reimpiantare i nostri frutteti e a diminuire conseguentemente anche la nostra forza lavoro". A farci un quadro amaro e difficile è Massimo Lodovichi della Illuminati GMM, azienda di Foiano della Chiana leader nel settore della produzione e commercializzazione di frutta di qualità in Toscana che coltiva oltre 200 ettari di terreno. La sua azienda, insieme a molte altre della zona (complessivamente l’area della Valdichiana sud consta di ben 2000 ettari di terreno agricolo irrigabile) non può contare sull’invaso Valtiberino più importante dell’Italia centrale, perché, seppure le condotte primarie ci siano e i laghetti di accumulo pure, ormai da anni mancano le reti per consegnare la risorsa alle aziende agricole. Situazione che si è resa ancora più insostenibile a causa siccità con la fatica sempre più importante per continuare a produrre e a rimanere sul mercato. Dal 2017 ad oggi, la Illuminati Gmm che dà lavoro ad oltre 70 famiglie, ha dovuto lasciare a casa almeno 10 persone proprio per la contrazione delle colture. Lodovichi ci racconta un aneddoto che è davvero emblematico. "Era il 1982 quando la famiglia Illuminati andò in provincia per chiedere un ampliamento di un lago artificiale che insisteva in azienda. Un funzionario disse loro che era inutile spendere quei soldi perché da lì a breve sarebbe arrivata l’acqua dall’invaso di Montedoglio.
Peccato che sono passati oltre 40 anni e di quell’acqua non se n’è vista una goccia. Intanto noi abbiamo cercato di arginare le problematiche arrivando a spendere tra il 1987 e il 2000 oltre 500 milioni vecchie lire per fare dei laghi e ampliare quelli che avevamo senza che nessuno ci abbia mai dato una mano. Ma ora gli inverni siccitosi non ci permettono nemmeno più di riempirli. Ci sentiamo aree di serie B, dimenticati dalle istituzioni. L’acqua dell’invaso è arrivato ad Arezzo passando per Alberoro, ma viene sfruttata pochissimo, perché in quell’area le falde acquifere sono ottime e si continua ad attingere dai pozzi privati. Noi, al contrario, dobbiamo pompare acqua dai fiumi razionalizzandola tra aziende e ovviamente non è assolutamente sufficiente".
Alla mancanza di acqua si aggiunge anche la problematica ormai sempre più pressante degli ungulati che distruggono le colture e gli impianti a goccia. In più anche nei prossimi giorni, si attendono le gelate tardive, che senza acqua sono difficilmente arginabili perché non permette di fare antibrina. "Se arrivasse l’acqua di Montedoglio, per altro – conferma ancora Lodovichi - ne beneficerebbe anche l’ambiente. Smettendo di pompare dai fiumi potremmo salvaguardare la fauna ittica, potremmo immettere acqua pulita sui terreni, invece di quella attuale sicuramente già in parte compromessa. Non utilizzeremmo mezzi meccanici e inquinanti per il pompaggio, perché l’acqua arriverebbe in pressione dai tubi".