Laboratori a scuola come in fabbrica Il corso orafi col Pnrr torna a volare Pressing industriali: "Il lavoro c’è"

Il preside Santi lancia con la Fondazione Tab il salto di qualità di un indirizzo legato al boom aretino. Giordini: "Forza, abbiamo bisogno di personale". Un milione di euro, apparecchiature uniche in Italia.

Laboratori a scuola come in fabbrica  Il corso orafi col Pnrr torna a volare  Pressing industriali: "Il lavoro c’è"

Laboratori a scuola come in fabbrica Il corso orafi col Pnrr torna a volare Pressing industriali: "Il lavoro c’è"

di Alberto Pierini

"Ma uno strumento del genere poche fabbriche ce l’hanno". Giordana Giordini sussurra al preside Roberto Santi quello che lui avrebbe voluto sentirsi dire. L’imprenditrice e presidente della consulta è una delle chiavi del rilancio del corso orafi, l’indirizzo cresciuto insieme al boom aretino. E ora quel corso prova a fare il definitivo salto di qualità. Le ali sono quelle del Pnrr, che in questo caso pesca da due direzioni.

Buone risorse al Professionale Margaritone e ricche soprattutto grazie alla Fondazione Tab: l’acronimo sta per Turismo, Arte e Beni culturali. E i suoi responsabili, Sonia Nebbiai e Aldo Frigeri, sono collegati in videoconferenza da Firenze, nella mattinata dell’orgoglio orafo. I cui imprenditori sono lì, in prima fila, spettatori o protagonisti interessati alla vicenda: Ivana Ciabatti, al timone del gigante Italpreziosi, Gabriele Veneri, i coordinatori di Cna e Confartigianato Mauro Benvenuto e Luca Parrini. E naturalmente Giordini al fianco del preside.

"Noi abbiamo bisogno di personale, aspettiamo solo voi" dicono ai ragazzi sulle gradinate dell’aula magna, invitandoli a rafforzare i loro studi con il biennio di specializzazione.

"L’operazione – spiega Santi – è senza precedenti: dal Pnrr arrivano 660 mila euro grazie alla Fondazione Tab e 164 mila direttamente alla scuola". Quasi il milione tondo tondo del sor Bonaventura: e vale la trasformazione dei laboratori.

La chiave? Semplice. Preparare gli studenti sugli stessi macchinari sui quali lavoreranno. Come fare scuola guida su una Ferrari prima di fare due giri a Monza. "Solo un’altra città in Italia ha apparecchiature simili ed è Benevento". La differenza è che laggiù non ci sono gli orafi e così capisci perché tra gli assunti delle aziende aretine alcuni arrivino da quell’angolo di Campania. Qui gli orafi ci sono e spingono forte.

"È il primo distretto orafo d’Europa: e richiede una quantità di dipendenti che per ora non ci sono" spiega Giordini. Che però invita gli studenti a frenare. "Se portate in fondo l’istituto tecnico superiore avrete professionalità che vi garantiranno di entrare in azienda con qualifiche e quindi stipendi diversi". Si avvicinano le 11 e in quel momento i ragazzi si racconterebbero più semplicemente di un panino: ma intanto il futuro bussa alla porta.

"Per ora gli iscritti restano una ventina all’anno per il corso orafi". Ma in realtà è già un salto di qualità, come ricorda Ivana Ciabatti, perché fino a qualche anno fa le aule erano vuote e l’indirizzo chiuso. Santi lo ha riportato a galla. Poi è arrivato il momento dei corsi post diploma, alla quinta edizione. Sono per 25 studenti. "Arrivano da tutta Italia, da Trento fino alla Calabria".

E se invece di 25 ne arrivassero 50? I laboratori nuovi ce la farebbero? "Loro di sicuro sì, dipende dai bandi regionali: ma sono convinto che potrebbero raddoppiarsi".

I famosi macchinari? In pensione i banchi orafi di una volta, specchio di un mondo che quasi non c’è più, e avanti con l’elettronica, con il laser, con i gruppi verticali a controllo numerico dove lavorano contemporaneamente otto persone, con le stampanti 3D. Te li lasci alle spalle a scuola, te li ritrovi in fabbrica: la differenza è che li sai usare e che l’apprendistato si riduce all’osso. "E poi collaboriamo ai corsi di galvanica in Valdarno, a quelli sulla modellazione del gioiello". Il Pnrr e l’ingegno moltiplicano le occasioni: ma alla fine lo scoglio resta la scelta delle famiglie.

Perché gira gira la firma per le iscrizioni continua a cadere sui licei. "L’oro è la nostra forza, non dimentichiamocelo". Il preside non se lo dimentica sicuro. "Faremo un open day anche a luglio": ma è scettico per primo che la canicola porti consiglio.