ALBERTO PIERINI
Cronaca

La Verna e Camaldoli, tutto esaurito Ad agosto volano le ferie spirituali

Il santuario straccia i dati 2019, camere a ruba. Boom famiglie, prenotazioni da un anno all’altro. I piccoli conventi

La Verna e Camaldoli, tutto esaurito Ad agosto volano le ferie spirituali

di Alberto Pierini

"Orano" e lavorano. Pregano e pregano tanto, autentici polmoni spirituali di una provincia che tra i suoi gioielli ha anche una concentrazione di santuari e monasteri da far impallidire l’Europa. E dietro la fede c’è anche uno di quei fenomeni che muovono il turismo.

Dopo la pandemia anche i pellegrinaggi sono tornati in forze. In particolare a La Verna. "I nostri numeri sono ben oltre quelli del 2019" conferma padre Francesco Brasa, il padre guardiano del monte santo. Come se il Covid fosse passato senza colpo ferire, almeno nei luoghi di preghiera: e sembrano lontani anni luce i mesi nei quali la comunità francescana era tutto a letto con il virus.

"A Ferragosto abbiamo messo a tavola 755 pellegrini": numero esatto. Ma che è solo un timido indicatore del volume reale di presenze. Perché chi si affaccia tra il Sasso Spicco e il Quadrante non sempre mangia a tavola, arriva con il panierino o provvede altrove. "Non abbiamo una camera libera, la foresteria esplode". Esplode di famiglie e di fede.

E sì che tra un angolo e l’altro del santuario di spazi ce ne sono tanti, da quelli più comodi a quelli più spartani. Un po’ come le porte del convento, dal parcheggio della Melosa fino ai tornanti a piedi dalla Beccia.

"Famiglie, singoli, gruppi parrocchiali": l’elenco sarebbe infinito. Un mondo che al mare o ai monti preferisce il ritiro spirituale, che si arma non di creme abbronzanti ma di breviario. Tra cui personaggi di grido: come Luca Montezemolo. "Ci sentiamo spesso, è un amico" spiega Brasa.

Insieme guideranno l’operazione monstre dei prossimi mesi: il 17 settembre del 2024 saranno 800 anni dalle Stimmate. L’anno parte tra pochi giorni e gli eventi saranno lanciati il 5 gennaio, presenti, tutti i ministri generali degli ordini francescani. Come se il Poverello e i suoi mille volti confluissero insieme sulla rupe. All’inizio di un anno straordinario: teatro, con Pietro Bartolini, allievo di punta di Vittorio Gassman, la musica con un oratorio scritto ex novo dal maestro Frisina, letture dantesche, personaggi di livello nazionale.

Una "primavera" che dai sassi della Verna si allarga dappertutto. Camaldoli in questi giorni ha il tutto esaurito anche nella sua Foresteria, baciata di recente dalla visita del Capo dello Stato. I numeri sono meno eclatanti ma il vento soffia. "Forse qualche turista in meno di un anno fa – spiega il guardiano Matteo Ferrari – ma l’afflusso durante tutta l’estate è stato continuo". Chi arriva cerca una revisione di vita: si aggrega agli orari delle liturgie dei monaci e da loro viene seguito durante il giorno. I locali vantano 150 posti letto distribuiti su 70 camere. La stima è che ogni settimana risalgano le curve da Moggiona dalle 60 alle cento persone, dando il cambio a chi scende. E tanti si fermano almeno una settimana, e molti di più.

Frenano un po’ le presenze a Santa Margherita di Cortona. "Gruppi ne abbiamo – spiega padre Federico Cornacchini – ma dopo il Covid qualcosa si è rotto. I più sono gruppi che chiedono uno spazio da condividere e un ambiente dove mangiare al sacco. Non siamo mai da soli, beninteso, però eravamo abituati ad altri numeri". Un filino di malinconia, che però si accompagna a tanti altri segnali.

Alle Celle di Cortona, un altro polmone francescano, ci sono case destinate ai gruppi, una ventina di posti letto. "Arrivano soprattutto famiglie, alcune fedelissime",. Chi si sta riorganizzando per l’accoglienza è l’eremo di Montecasale sopra Sansepolcro. "Gruppi già arrivano – ci spiegano – ma stiamo sistemando una casa di fraternità da 44 posti e preso saremo di nuovo in quattro o cinque frati disponibili". E la mappa dei luoghi francescani non finirebbe mai.

Perché anche se è piccolo fai fatica a dimenticare ad esempio l’eremo di Cerbaiolo, sopra Montedoglio: distrutto dai tedeschi durante la guerra, restaurato da un eremita, in eterna battaglia tra la natura che ne aggredisce le pietre e la fede che le ricostruisce. Come a La Verna, per gli 800 anni delle Stimmate sarà aperta la nuova cappella nel bosco, tra i finanziatori c’è proprio Montezemolo. Pronta ad affacciarsi tra chi dopo otto secoli si riaffaccerà sulle ferite impresse nella pelle di Francesco.