
Salvatore Carnevale
Arezzo, 13 maggio 2025 – A settant’anni dall’assassinio di Salvatore Carnevale, figura simbolo delle lotte contadine e sindacali nel dopoguerra, arriva sul palco uno spettacolo che ne ricostruisce la vicenda umana e politica. Il reading teatrale “Non era santo ma i miracoli faceva – Salvatore Carnevale, sindacalista ucciso dalla mafia”, prodotto da Materiali Sonori, andrà in scena in prima nazionale venerdì 16 maggio alle ore 21.15 al Teatro Comunale di Cavriglia, nell’ambito della rassegna Primavera A Teatro, promossa dal Comune in collaborazione con l’etichetta indipendente valdarnese.Lo spettacolo, scritto e diretto da Arlo Bigazzi su soggetto di Sergio Serges, racconta la vita di Turiddu – così era conosciuto Carnevale – attraverso un intreccio di narrazione, letture e musica dal vivo. In scena, oltre a Bigazzi, l’attrice Chiara Cappelli e lo stesso Serges.
Al centro del racconto, la straordinaria figura della madre, Francesca Serio, prima donna in Sicilia a denunciare pubblicamente la mafia, portando in tribunale gli assassini del figlio. Carnevale, nato a Sciara (PA) e assassinato nel 1955 a soli 32 anni, fu contadino, socialista e sindacalista in prima linea contro il caporalato e per i diritti dei braccianti. Durante la sua vita trascorse anche un periodo nel Valdarno, tra Cavriglia e Montevarchi, dove entrò in contatto con una cultura del lavoro più organizzata e consapevole, che influenzò profondamente il suo impegno al ritorno in Sicilia. Il progetto sarà presentato in anteprima in due incontri pubblici: Domenica 11 maggio alle ore 17, presso la Biblioteca Comunale di Cavriglia, con letture a cura dell’Associazione LiberiLibri.
Giovedì 15 maggio alle ore 17.30, alla Casa del Popolo di Montevarchi, con un incontro promosso da CGIL, Libera e Legambiente, cui prenderanno parte i tre protagonisti dello spettacolo. Un’iniziativa culturale che riporta alla luce una figura dimenticata della storia del lavoro e della resistenza civile, proponendola in chiave contemporanea anche alla luce dei fenomeni attuali legati all’agromafia. Carnevale non era un uomo qualunque. Nato in una famiglia di contadini poverissimi, aveva conosciuto fin da piccolo la miseria delle campagne siciliane. Aveva fatto la guerra, era stato partigiano nel Nord, e al ritorno a casa aveva portato con sé non solo la rabbia della fame, ma anche la coscienza della dignità. Si era iscritto alla CGIL e al Partito Socialista Italiano. E da lì era iniziata la sua battaglia.