La spallata delle Misericordie Volontari, scoppia il caso dei ristori Via all’offensiva contro la Regione

L’assemblea provinciale approva la proposta da portare al tavolo: "Rimborsi in base alle spese reali". Il presidente toscano Corsinovi: "Forte coesione delle 36 sedi aretine". Falchi: "Soluzione in tempi stretti".

La spallata delle Misericordie  Volontari, scoppia il caso dei ristori  Via all’offensiva contro la Regione

La spallata delle Misericordie Volontari, scoppia il caso dei ristori Via all’offensiva contro la Regione

di Lucia Bigozzi

La proposta sta nero su bianco: ristori calcolati in base alla valutazione delle spese effettivamente sostenute, nel rispetto della norma sul terzo settore e dell’identità del volontariato. È il "piano" uscito dall’assemblea che a Terranuova ha riunito i responsabili delle trentasei sedi della Misericordia aretina e il coordinatore regionale Alberto Corsinovi. Passaggio strategico per velocizzare l’iter del confronto aperto dalla Regione con le associazioni del volontariato nell’ambito della revisione del sistema dell’emergenza e urgenza. Tema caldissimo, in città e in provincia, con i volontari allo stremo per l’aumento dei costi e per ristori considerati "insufficienti a fronte dei rincari".

Un braccio di ferro che va avanti da un anno ma che forse adesso ha trovato una strada e un metodo per arrivare al traguardo. L’assemblea è servita a ragionare sulla proposta che i vertici toscani del sodalizio porteranno al tavolo con la Regione nella prossima riunione che dovrebbe essere calendarizzata entro la fine di giugno. Proposta condivisa all’unanimità e iter con tappe serrate, è la road map. Adesso il documento sarà sottoposto all’approvazione di tutti i coordinamenti della Misericordia a livello toscano e a quel punto sarà pronto per essere consegnato da Corsinovi all’assessore alla sanità Simone Bezzini. "Ho trovato grande compattezza e coesione tra le Misericordie aretine, allineate con le richieste da avanzare alla Regione per il giusto riconoscimento delle spese effettivamente sostenute per mantenere questo importante servizio sanitario che ci vede parte integrante del sistema territoriale di emergenza e urgenza", commenta Corsinovi. In agenda ha già riunioni in giro per la Toscana con i coordinamenti di zona ai quali sarà sottoposto il "piano" per uscire da una situazione che rischia di avvitarsi su se stessa, con effetti diretti sui servizi alle persone. È una corsa contro il tempo per le associazioni di volontariato e nella yabella di marcia fissata dalle Misericordie aretine, il tempo è il fattore principale "per chiudere la partita", dicono le divise gialloblù. Condivisione del piano e presentazione a Bezzini, dovranno concretizzarsi "entro la fine del mese. Noi vorremmo arrivare all’estate con un quadro definito", avverte Corsinovi.

Un "piano" che "non penalizza nessuno, tiene conto delle nostre richieste ma anche delle esigenze degli amministratori regionali; il tutto dentro la legge del terzo settore", aggiunge Luciano Falchi, vicecoordinatore provinciale delle Misericordie. Rileva la "forte compattezza delle nostre rappresentanze territoriali rispetto a un problema che va risolto in tempi rapidi e che non può più subire rallentamenti o ritardi. Ne va della tenuta del sistema dell’emergenza e urgenza".

Il punto, dunque, è fare e fare in fretta. Il "piano" delle Misericordie andrà al tavolo regionale nelle prossime settimane e l’auspicio di Falchi è che "possa essere condiviso anche dalle altre sigle del volontariato".