La primavera del Pd Bracciali: "Arezzo si può riconquistare Apriamo al centro"

Il segretario comunale dem: "Prepariamo il voto del 2025 partendo dall’ascolto dei cittadini per un programma alternativo alla destra. Le sconfitte in serie ci devono far riflettere: dialoghiamo su più fronti".

La primavera del Pd  Bracciali: "Arezzo  si può riconquistare  Apriamo al centro"

La primavera del Pd Bracciali: "Arezzo si può riconquistare Apriamo al centro"

di Federico D’Ascoli

Prima la tutt’altro che simbolica resa sulla maggioranza relativa degli aretini a Fratelli d’Italia alle elezioni politiche di settembre. Poi l’ennesimo sindaco perso nel recente voto comunale.

Il Partito democratico esce da una serie di sconfitte abbastanza cocenti. Tutto era iniziato con il ribaltone di Ghinelli, confermato nel 2020, poi le nove sconfitte nei Comuni di una terra che si è improvvisamente scoperta a trazione meloniana.

Il prossimo appuntamento importante sono le elezioni del 2025, quelle in cui si eleggerà il sindaco che prenderà il posto di Alessandro Ghinelli.

Il partito di piazza Sant’Agostino ha usato uno slogan per presentare le sue iniziative politiche: "È primavera". Una ventata di ottimismo che solo riconquistare il capoluogo fra due anni potrebbe davvero giustificare.

Il segretario comunale dei dem Matteo Bracciali è convinto che la rinascita passi dal dialogo. Soprattutto con il centro.

Bracciali, come si rilancia questo Pd un po’ malconcio?

"Abbiamo riflettuto sulle sconfitte, ora dobbiamo coinvolgere la città nelle scelte e costruendo alleanze per un’alternativa a una destra in cui Fratelli d’Italia è egemone. Siamo all’esatto opposto, vogliamo costruire la vera alternativa per la città".

Parla al plurale. Pensa a una possibile alleanza con le forze di centro, tra civiche e partiti di Renzi e Calenda?

"Assolutamente sì, c’è un contatto continuo. È presto per fare i nomi, ma serve una figura autorevole che vada al di là delle appartenenze di partito".

Una delle ipotesi di cui si discute è la candidatura a sindaco di Marco Donati con il sostegno delle forze di centrosinistra. È giusto aprire un confronto?

"Con Marco ci sentiremo per costruire insieme un percorso che mi auguro sarà pienamente condiviso. Però è sbagliato partire dal candidato sindaco: ragioniamo sui programmi, senza escludere il Movimento 5 Stelle e puntando su figure non divisive".

In autunno ci sarà il congresso con Ruscelli dimissionario. Si parla di Ginetta Menchetti come nuova guida provinciale. Cosa serve al partito per uscire dal momento difficile?

"Dobbiamo lavorare senza sosta per i tanti Comuni che vanno al voto nel 2024. Abbiamo molte risorse importanti come Ginetta, che ha una grande esperienza amministrativa. Dobbiamo preoccuparci prima dei problemi della gente".

Il più importante?

"Di certo la sanità, senza però fare battaglie contro la Regione. Le risorse del Sistema sanitario nazionale sono le stesse ma i costi, soprattutto energetici, sono alle stelle. Una riorganizzazione è fondamentale per garantire quel grande servizio ai cittadini che la Regione non ha risorse autonome per sostenere".

Tra le infrastrutture che potrebbero dare una svolta alla città ci sono Medioetruria e Due Mari. Che ne pensa il segretario del Pd?

"Sulla stazione dell’alta velocità, abbiamo una sola posizione, la stessa del presidente della Regione Eugenio Giani, cioè che la localizzazione può essere solo e soltanto a Rigutino. Il centrodestra invece ha quattro posizioni diverse: quella di Ghinelli, quella di Tesei, quella di Meoni e quella di Salvini. Sulla strada Due Mari dico solo facciamo presto: bene che la giunta abbia recepito le osservazioni dei residenti. Poi basta con i rinvii".

In Provincia dovrebbero arrivare le deleghe al centrodestra. Che ne pensa?

"Mi è difficile interpretare Polcri: troppi cambi d’idee, così la politica perde credibilità".