La Poti Pictures apre l'Academy, la scuola cinematografica per attori con disabilità

Sostenuta dal Comune di Arezzo si attesta come prima casa di produzione cinematografica sociale in Europa, accreditata dal Ministero dei beni culturali e dall'Unione Europea. Un metodo tutto aretino per far recitare ragazzi speciali. E nel futuro il film "Ollivud".

Paolo e Claudia Gerini

Paolo e Claudia Gerini

Arezzo 20 settembre 2019 - La Poti Pictures, la prima casa di produzione cinematografica sociale per attori con disabilità, da oggi fa scuola e diventa Academy. E' nata sognando Ollivud, Sì, perché per loro Hollywood è lassù, sulla montagna della città, da dove è partito questo grande progetto che vede girare film, spot e documentari solo con attori “speciali”. Ad affiancarli ora c’è ufficialmente il Comune. Il sindaco Ghinelli, che ha dato il via libera all’erogazione di un contributo alla Poti Pictures Academy,  è il loro primo fan e, potremmo dire, attore onorario. Con Tiziano e Paolo, gli attori speciali della Poti Pictures, ha girato gli spot della mostra di Mimmo Paladino e del Raro Festival. “Siete voi quelli veri, siete voi la realtà, e noi, quelli che vi guardiano, siamo quelli finti”, dice ogni volta che li incontra.

La grande avventura della Poti Pictures continua a crescere. Nata con i filmini amatoriali girati durante le vacanze estive a Poti con la onlus Il Cenacolo, ora non solo è la prima casa di produzione cinematografica sociale europea, ma anche la prima accademia di formazione cinematografica per attori con disabilità, riconosciuta dal Ministero dei beni culturali e dall’Unione Europea. E che sta cercando fondi per firmare i primi contratti e dare il via al film “Ollivud”. Ci crede Arezzo che li ha conosciuti durante la grande serata evento all’Auditorium di Arezzo Fiere, e ci credono tanti personaggi famosi testimonial sulla pagina Facebook della Poti Pictures, dalla Gerini (“A Roma si comincia a parlare di voi”) ad Alex Zanardi (“Ammiro quello che state facendo, un grande gesto sportivo”) da Stefano Accorsi a Gianni Veronesi. Gli attori sono stipendiati come dipendenti della cooperativa Il Cenacolo, a lavorare con loro ci sono sceneggiatori, acting coach, registi, formatori, psicologi, educatori e tutor. A coordinare tutto il regista Daniele Bonarini, Andrea Dalla Verde (che ci ha scritto il libro “Ollivud), Sara Borri, Michele Grazzini e lo sceneggiatore Enrico Saccà. E i protagonisti Paolo, Tiziano, Filippo, Fanca, Sabrina e Sandrino sono pronti ad andare in scena.

Con l’Accademia arriveranno attori disabili da tutta Italia per conoscere e applicare quello che ornai è il “metodo aretino”: “Noi procediamo al contario - spiega il regista Bonarini - conosciamo i ragazzi, le loro potenzialità e i loro limiti, le loro paure e le loro emozioni, il lavoro parte da loro e su di loro devono adattarsi sceneggiature e esigenze di set. Nel cinema, invece, avviene esattamente l’opposto. Per questo la nostra è la prima scuola interamente dedicata alla formazione di attori disabili, non vogliamo sconti, vogliamo essere concorrenziali”. “Un traguardo culturale che segna una partenza e fa diventare Arezzo la prima città in Europa” per l’assessore Tanti, “un metodo da codificare come eccellenza che fa scuola agli altri” esorta il sindaco Ghinelli.

Un metodo che vede progettare dalla sceneggiatura alla fase finale per esaltare le abilità degli attori. Perché lo scopo dell’Accademia è valorizzare ogni partecipante per migliorare l’autostima e l’autonomia, riconoscere e dare voce alle emozioni soprattutto a quelle che la parte richiede, imparare tecniche di recitazione per far proprie le scene del film, conoscere le proprie capacità espressive del corpo e della voce, della mimica bestiale e dell’uso delle emozioni mettendo in luce la creatività individuale. Naturalmente in questo percorso saranno coinvolte le famiglie, dei servizi sociali e di tutte quelle realtà che fanno parte della vita degli attori. “Un grande lavoro, a volte difficile e faticoso - spiegano Bonarini e Dalla Valle - per questo invitiamo le aziende aretine a sostenere e sponsorizzare questa innovativa attività culturale. La Poti Pictures Academy vuole diventare un modello per tutta Italia per lo sviluppo del binomio cinema-disabilità”.