MARIA ROSA DI TERMINE
Cronaca

La montagna fragile, masso sfonda un tetto

La frazione di Rocca Ricciarda ha subìto un’altra ferita, una casa colpita e distrutta: già finanziati i lavori per la messa in sicurezza del borgo

di Maria Rosa Di Termine

Il maltempo che ha colpito duro da metà novembre sarebbe all’origine del distacco di massi della falesia di arenaria che hanno sfondato il tetto e il solaio di un’abitazione, per fortuna vuota e ora inagibile, a Rocca Ricciarda. Un nuovo episodio per la frazione montana, una delle più caratteristiche di Loro Ciuffenna e meta preferita, in particolare nei mesi estivi, di un gran numero di visitatori e di alcuni nuovi abitanti che hanno abbandonato le città per una vita "slow" circondati dalla natura. Sono stati proprio i residenti del piccolo borgo a segnalare l’accaduto e sul posto sono arrivati i tecnici dell’Unione dei Comuni del Pratomagno, responsabili oltretutto della Protezione civile, che sulla base dei rilievi hanno accertato come il crollo di pietre di grosse dimensioni e del peso di alcune decine di chili abbia innescato una situazione di pericolo per l’incolumità pubblica e privata. Per questo si è subito provveduto ad affidare i lavori in somma urgenza in forma diretta a una impresa specializzata del settore per un importo di 251 mila euro che saranno finanziati dalla Regione visto che quella porzione di territorio rientra nel patrimonio agricolo e forestale dell’ente toscano. Non è purtroppo la prima volta che il paesino arroccato sulle pendici della montagna valdarnese si trova a fare i conti con la fragilità dei versanti che lo sovrastano.

A cavallo tra il 2017 e il 2019 era stato teatro di ben tre episodi analoghi che avevano creato allarme nella comunità, quando enormi sassi erano precipitati nella piazzetta di ingresso all’abitato, in una circostanza danneggiando la piccola edicola con l’effige della Madonna. Per rendere più sicura la scogliera che sovrasta il parcheggio si rese necessario un intervento complesso, costato poco meno di 350 mila euro coperti sempre dall’amministrazione regionale, installando reti anti caduta sulla parete.

Anche per l’ultimo fronte interessato di recente dalla pioggia lapidea, sul versante occidentale, si dovrà dunque procedere con un’operazione simile. Svolti i monitoraggi, adesso il cantiere potrà aprire i battenti e uomini e mezzi si metteranno all’opera per realizzare nel giro di 90 giorni un’operazione di "disgaggio", tecnica utilizzata per eliminare i rischi nelle scarpate che tendono a franare e nei costoni rocciosi che presentano parti o frammenti instabili, per poi passare al consolidamento con l’utilizzo di un rivestimento antierosivo in geocomposito in rete metallica e nella parte superiore del costone con pannelli rinforzati da funi di acciaio. Gli interventi consentiranno finalmente di mettere in sicurezza il paese, risolvendo così una delle criticità presenti in un comprensorio suggestivo ma fragile e che per almeno il 25 per cento si estende in aree interessate da dissesto geomorfologico: una superficie di circa 22 chilometri è stata inserita nell’ambito del Piano Assetto Idrogeologico stilato dall’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale in zone potenzialmente a rischio elevato in caso di maltempo prolungato e altri 3 chilometri quadrati rientrano in quelle a pericolosità molto elevata, scenario di dissesti attivi. Problemi in grado di penalizzare l’inversione di tendenza degli ultimi anni, ovvero un ripopolamento progressivo dei paesi montani, e non a caso il Comune di Loro Ciuffenna ha presentato una serie di progetti di risistemazione per 3 milioni e 600 mila euro aderendo ai bandi regionali e ministeriali.