REDAZIONE AREZZO

La Fiera sveglia il centro. Pienone di espositori. Riaperti tutti i locali

Boom di turisti. Alla frenata di gennaio segue la ripartenza: parcheggi pieni. Poche le assenze tra i titolari. Badia e via Cavour soffrono. Il nodo S.Agostino. .

Una mappa dell’Italia chiude il percorso della Fiera: una vecchia cartina di quelle delle scuole medie, appoggiata alla transenna che delimita l’estremo confine a nord, quello di via Ricasoli. Verrebbe voglia di piantarci le bandierine per capire da dove arrivino i turisti di febbraio. Un mese spesso debole, ma stavolta il sole dilaga, quasi a farsi perdonare lo scherzo di gennaio. E la gente risponde. Si vede dai parcheggi a ridosso del centro, e pure da quelli più lon tani: strapieni. Potrebbe essere un’edizione da circa trentamila presenze, anche se la conferma è attesa per oggi, insieme a quella del meteo. Tra il sole e gli affari il centro si sveglia: uno massimo due settimane è il tenpo concesso al riposo per riprendersi dalle fatiche della città di Natale. Ma come sempre accade, la Fiera richiama le attività del centro alla ripartenza.

La prima risposta arriva dagli antiquari: i banchi in campo sono 239. Il tutto esaurito scatta a 240, grazie all’ampliamento dei posti portato al traguardo dalla Fondazione a giugno, e grazie anche al grosso lavoro degli uffici della Fiera. Ma non è il tutto esaurito, perchè 240 sono i titolari ma tra quei 239 diciassette sono spuntisti, cioè gli espositori senza un posto fisso, e che di edizione in edizione lo vanno a cercare all’auditorium Aldo Ducci. Le assenze, tuttavia, sono fisiologiche: basti pensare al picco dell’influenza che continua a colpire duro.

La differenza è che restano grossi margini di crescita, da non dimenticare. Il circuito degli spuntisti resta ampio, almeno di 40 persone e ampio resta il margine della città da riempire. Un esempio? Piazza della Badia vuota, con la sola eccezione del mercatino parrocchiale all’aperto, e via Cavour quasi. Pagano il prezzo salato alla scelta di dirottare gli artigiani su piazza Sant’Agostino. Scelta difficile da digerire per gli espostori ma anche per la manifestazione che potrebbe sfruttare appieno le mille potenzialità. Ma tant’è: la Fiera è in salute.

Code compatte dall’ingresso di via Guido Monaco, tanti visitatori su tutto il percorso, ingorghi sotto le Logge dove la coabitazione tra banchi e tavolini pare sempre più rocambolesca. E non fanno eccezione piazzetta Madonna del Conforto, via Ricasoli, perfino via dell’Orto. Piazza Grande ritrova il colpo d’occhio gremito delle edizioni migliori dell’Antiquaria. Certo, ci sono problemi ancora da risolvere: come, ad esempio, uno spazio eccessivo al vintage anche sul percorso e non sempre di buona qualità. Ma mai come in questa edizione colpisce la varietà dei pezzi in mostra: tra i fenomeni la crescita dei banchi non solo di libri ma anche di 33 giri, segnale che la Fiera antiquaria non è affatto antiquata e segue il trend del momento che valorizza il vecchio, caro giradischi. Stamani si riparte: gli antiquari al pezzo e l’indotto a pieno regime.