LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Io pioniera tra i banchi di Natale". Sara al Prato dalla prima edizione. Fa tutto da sola, un anno di lavoro

Sotto l’albero è la sua unica vetrina. Inventa modelli con colori naturali: un mondo di cappelli e sciarpe "Nel 2018 eravamo in otto,oggi siamo quaranta artigiani". L’evoluzione dell’evento, la cifra del successo.

"Io pioniera tra i banchi di Natale". Sara al Prato dalla prima edizione. Fa tutto da sola, un anno di lavoro

"Io pioniera tra i banchi di Natale". Sara al Prato dalla prima edizione. Fa tutto da sola, un anno di lavoro

La notte è il suo tempo più prezioso, il suo banco di lavoro, la dimensione nella quale nascono creazioni fatte a mano: cappelli, sciarpe, fasce per capelli. Accessori, di mille forme e colori, filati coi macchinari artigianali da una "squadra" di magliettaie che lei, per l’occasione ha rimesso in piedi. E l’occasione che Sara Burbi prende al volo, ogni anno, è la Città del Natale.

"Sono qui dal 2018 e faccio solo questo evento perchè amo la mia città e desidero raccontarla anche attraverso le mie collezioni: qui all’inizio eravamo in otto artigiani, ora siamo quaranta". Come le casette che circondano ad anello il Prato, incorniciando la grande ruota panoramica che s’innalza sulla città. Una delle attrazioni del parco storico vestito con le luci del Bosco incantato, lungo il sentiero che porta alla Fortezza delle Meraviglie. Calamita per i visitatori insieme al Villaggio Tirolese e la casa di Babbo Natale che hanno chiuso i battenti qualche giorno fa, come pure i portoni della casa della Lego in piazza San Francesco. Per tutti i protagonisti dell’evento dell’anno, numeri da capogiro, con l’ultimo scorcio delle feste proiettato al traguardo del milione e mezzo di presenze.

Sara aggiusta il basco di lana con un fiore colorato sui cappelli ricci di una bambina che sorride e si guarda allo specchio. "Una passione nata nel 2011 dall’attenzione che ho sempre riservato agli accessori che definiscono lo stile di una persona", dice Sara. Il suo lavoro è un altro, lontano dalla moda: lavora nel bar-alimentari di famiglia in via Romana.

Tra caffè e cappuccini, una chiacchiera e gli spuntini al banco, lei pensa ai modelli che poi, a sera, metterà su carta trasformando le idee nella trama che il pool di magliettaie trasformerà negli accessori in passerella nella casetta al Prato. "La soddisfazione più grande è vedere indossate le mie creazioni che hanno un tocco originale: ricami con pietre e paillettes per valorizzare la luminosità del volto". Niente è lasciato al caso nel suo atelier mobile, e quest’anno Sara, chiude il mercatino con "tante vendite, sono molto contenta". Merito delle sue collezioni ma pure del grande afflusso di visitatori che dal 18 novembre hanno scelto Arezzo. "Ha funzionato anche l’apertura anticipata delle casette al giovedì, e la formula di un’offerta variegata e a misura di famiglia. Ho parlato con tante gente e tutti sono rimasti sorpresi dallo stile dell’accoglienza, la possibilità di abbinare ai mercatini visite a chiese e musei". Da aretina doc rivendica "la mia fedeltà alla Città del Natale. All’inizio eravamo un gruppo di pionieri, ma negli anni i promotori dell’evento hanno saputo promuoverlo su scala nazionale e organizzare attrazioni molto apprezzate dai visitatori. E da questo, trae beneficio tutta la filiera del commercio, della ristorazione e dell’accoglienza". Non c’è più tempo: mamma e figlia la reclamano per un consiglio. E Sara scivola via, tra i suoi cappelli e i suoi colori.