
simulazione
Arezzo, 23 gennaio 2016 - “E’ in arrivo un’emergenza!”. Lo staff medico del pronto soccorso si allerta, si prepara ad accogliere un paziente di età medio-giovane, che risulta cosciente ma presenta un fortissimo dolore toracico e difficoltà respiratoria. Riesce a malapena a pronunciare qualche parola. E’ impaurito e chiede solo aiuto. L’uomo ha avvertito forti dolori ad un’ora dal pasto e al momento della presa in carico da parte dei medici e infermieri del Dipartimento di Emergenza Urgenza ha un infarto miocardico in corso. Le infermiere con una serie di domande cercano di precisare il quadro clinico che hanno dinanzi a loro. Scoprono tra le altre cose che è un tossicodipendente, cocainomane in particolare, la qual cosa complica la condizione dell’uomo. Contattano l’emodinamica (area interventistica cardiaca) e chiedono l’immediata consulenza di un cardiologo. Nel frattempo applicano al paziente, che sta andando in progressivo arresto cardiaco, una fibrillazione ventricolare. Ripristinati battito e polso, somministrano per endovena morfina contro il dolore e flectador, mentre il medico chiede anche l’intervento di un rianimatore.
Quest’ultimo analizza il caso, controlla il paziente e decide di trasferirlo nel proprio reparto per procedere all’intubazione. Il lavoro sul paziente va ancora avanti, ma noi ci fermiamo nel racconto. Per fortuna questa volta solo un racconto di una “simulazione” Così realistica da apparire quasi vera. Il paziente per fortuna è un manichino. Ma la tensione, l’azione, le emozioni, il controllo delle attività adottate e i tempi sono reali e fanno parte del progetto che si sta sviluppando ad Arezzo, presso il polo Stamani è stato inscenato uno dei tanti percorsi di emergenza che si possono sviluppare al Pronto Soccorso di una Asl, oppure sul territorio con l’intervento immediato del 118, o in un reparto. L’intervento, per la cronaca, è terminato con il ricovero “dell’uomo—manichino” in rianimazione, ma vivo. I docenti hanno accertato che i discenti in aggiornamento (stamani erano medici di pronto soccorso, rianimatori e infermieri dell’emergenza) hanno adottato le corrette procedure e “l’apparecchio” ha dato esito positivo.
Una simulazione ad alta fedeltà, operata da medici e infermieri del 118 con lo scopo di formare il personale medico del Dipartimento di Emergenza e Urgenza e dell’Area Clinica. Non solo un “vitalizzato” manichino, ma a disposizione tutti i kit occorrenti alla pronta assistenza. E collegata con la sala dell’emergenza, un’aula dove altri discenti seguono, commentano, Si inaugura così, presso il Polo formativo della Asl8 di Arezzo, il Centro di Simulazione del dipartimento di Emergenza Urgenza e dell’Area Critica, esperienza del tutto nuova in questo ambito della formazione per l’intera area vasta sud-est, con la ex asl aretina promotrice. Con appositi corsi seguiti all’ospedale universitario di Careggi , 16 sanitari aretini sono stati formati divenendo loro stesso dei formatori-docenti, il dottor Luca Pazzini, responsabile del Centro, ha tante aspettative:” ci riteniamo per il momento soddisfatti, e abbiamo già predisposto una programmazione per il 2016 con 30 date fissate per lezioni di formazione-simulazione; per il momento manterremo degli scenari semplici rivolti soprattutto al personale di emergenza e rianimazione, ma abbiamo grande ambizione e vogliamo espandere questo modo di insegnare ad altri livelli clinici e in più reparti.”
Parlano di un salto di qualità, il vicedirettore del 118 Simone Nocentini e il medico-rianimatore Lia Patrussi: “le simulazioni ad alta fedeltà sono la nuova frontiera per l’istruzione medica e consentono di imparare a lavorare in equipe e a gestire le emozioni in caso di emergenza”. Sulla stessa linea si esprime Massimo Mandò, direttore del Dipartimento di Emergenza e Urgenza: “Un ringraziamento speciale al Polo di Formazione e all’ufficio tecnico che hanno collaborato alla creazione di questo Centro di Simulazione, che consente una preparazione adeguata agli eventi in corso di emergenza, ma anche a quelli successivi senza caos. Si procede così sulla strada di un’emergenza organizzata che darà più sicurezza ai nostri cittadini; ed è questo che dobbiamo perseguire : organizzarci in tempi di pace per affrontare i tempi di guerra.”
“Finalmente la simulazione al’interno delle Asl, e non più in mano ai privati”, sostiene il direttore del Dipartimento di Rianimazione Marco Feri, che continua: “fare simulazione è l’unico modo valido per fare formazione; la formazione raccontata con le sole parole non funziona più, non resta nella mente di chi deve assimilarla. In medicina non è necessario solo sapere, ma saper fare e saper fare soprattutto in equipe, dove ognuno, specie nell’emergenza, deve sapere cosa fare e quale funzione svolgere senza intralciare gli altri e senza lasciare nulla di intentato.”Tra le simulazioni già adottate, presso il nuovo centro aretino anche la riproduzione del sanguinamento durante il parto in ostetricia.