
In casa dell’uomo sono state trovate due siringhe usate (Foto d’archivio Ansa)
Arezzo, 21 marzo 2019 - Una distesa di siringhe a vista d'occhio. Si possono trovare al Pionta, e purtroppo non è una novità. Ma si trovano anche in tante altre zone della città, nelle strade centrali e anche vicino alle scuole. Ma non è soltanto il degrado urbano ad allarmare: una siringa usata è la testimone inconfutabile della diffusa tossicodipendenza, un fenomeno che non conosce tregua. Il dottor Marco Becattini, responsabile del Serd, definisce ‘disinvolto’ l’atteggiamento verso le sostanze stupefacenti da parte di giovani, e non solo e usa i numeri per descrivere l’estensione del fenomeno.
«Attualmente seguiamo circa 160 persone al di sotto dei 24, quindi compresi gli adolescenti, e un migliaio nel complesso. Senza contare quelli che, nonostante la loro tossicodipendenza e non chiedono di essere aiutati. Sono numeri importanti, il nostro è uno dei Serd più attivi in Toscana ma ciò ha anche un’accezione positiva, se vogliamo: ci sono tante persone che chiedono aiuto, significa che vogliono fare qualcosa per uscirne».
Resta il fatto che circa l’1% della popolazione aretina ha problemi di tossicodipendenza e che la stima è comunque per difetto, visto che non è facile chiarire quanto ci sia di sommerso in questo triste fenomeno. Sono sempre i cannabinoidi a creare i maggiori problemi, in ogni fascia d’età. Ciò che lascia sgomenti, anche se non è un dato nuovo, è che il primo spinello arriva già in prima media.
Al secondo posto c’è la cocaina ed ecco spiegato anche l’aumento di siringhe abbandonate in giro per la città: «Oltre all’assunzione per inalazione, la cocaina viene assunta anche attraverso il classico ‘buco’. Chi era eroinomane, nel momento in cui la cocaina è diventata più accessibile anche alla fasce meno abbienti, ha cominciato a comprare la sostanza continuando però l’assunzione tramite siringhe. Va considerato è che la cocaina ha un ciclo molto rapido all’interno dell’organismo, perciò chi ne è dipendente ha bisogno di iniettarsi più dosi di sostanza in tempi relativamente ridotti».
Da registrare, anche se la tendenza è in atto da ormai qualche anno, il terribile ritorno dell’eroina: «Sicuramente c’è una diffusione molto maggiore rispetto al passato. I ragazzi iniziano con l’assunzione per riscaldamento su stagnola, da lì si passa al buco». Anche qui colpisce la giovanissima età della prima assunzione: «Se per gli spinelli parliamo di 11-12 anni, l’eroina o la cocaina arrivano all’incirca due anni dopo».
Una piaga vera e propria, tanto più che l’eroina è la droga più pericolosa. Basta esporre un dato: nel 2016 in Italia ci sono stati 266 decessi per droga, e nel 73% dei casi la sostanza assunta è stata l’eroina. A questo si aggiunga anche l’altrettanto esteso fenomeno della dipendenza da alcol. Ne viene fuori un quadro desolante fatto di sofferenza per tante persone e per le loro famiglie.