Il turismo vola grazie agli stranieri. I locali lanciano gli orari europei

In centro si parlano tutte le lingue del mondo: i tedeschi i più numerosi, ritorno di fiamma degli americani. Gli arrivi da fuori oltre i dati del 2019. I ristoranti varano i pasti non stop

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Arezzo, 2 agosto 2022 - Benvenuti nella Torre di Babele del turismo: lì dove si parlano tutte le lingue del mondo ma i più ti guardano storditi se ti avventuri in un timido italiano. No, non è un centro per italiani.

Per loro scelta, beninteso. Perché la pandemia è alle spalle e con la pandemia anche le sue conseguenze a catena. Un anno fa il ponte levatoio lo avevamo calato di nuovo, accogliendo un fiume di visitatori. Ma la maggioranza erano nostrani. Con gli stranieri in finestra, a guardarsi intorno. Ora la torre si rovescia.

I motivi? Mille. Il ritorno delle ferie, per molti un anno fa rimaste un pio desiderio. La corsa alle spiagge, con alberghi al pienone a chilometri dalla battigia. Forse anche la morsa del caldo, che comunque dice la sua sugli orari della città. Ed il ritorno in massa degli stranieri.

Chiunque passeggi in centro è persona informata dei fatti. Ma cominciano ad esserci i primi dati. Quelli dell’osservatorio turistico della Fondazione Arezzo Intour. Segnalano un’impennata di arrivi dall’estero non solo rispetto agli anni della bufera ma anche a quelli precedenti.

I tedeschi guidano la fila, sono quattro volte quelli del 2021 e la nazionalità più gettonata. Ma subito dietro ci sono gli americani e non molto staccati: il balzo rispetto a dodici mesi fa è vertiginoso, siamo oltre dieci volte i numeri fatti segnare nell’estate della grande, o forse media, ripresa. Una parola decisiva l’hanno messa anche le università americane, che hanno riaperto il "pendolarismo" tra gli Usa e Arezzo. Terza forza gli inglesi, usciti dall’Europa ma non da Colcitrone. Appena sotto il podio gli olandesi.

Ma attenzione, perché il popolo dei Paesi Bassi da sempre vota Valdichiana, sia essa aretina o umbra. Una predilezione mai nascosta per gli agriturismi, meglio se immersi nel verde e con piscina. E da lì calano in città con il favore del termometro.

"E’ un fenomeno spiccato – conferma da piazza Grande Luca Scoscini, titolare di tre dei locali sul mattonato – con arrivi più diradati durante il giorno e più concentrati la sera".

Il bilancio generale non è solo rose e fiori. "Fantastica la primavera, a luglio temevamo di essere andati sotto il 2021: di poco ma siamo rimasti sopra. Però l’impressione generale è quella di una maggiore fiacca nelle presenze rispetto al boom della piazza di un anno fa". Fiacca che però pesa soltanto su una frenata dell’escalation partita allora. E invece pesa sugli orari.

"Stiamo rafforzando la disponibilità per l’intero arco della giornata". Gli stranieri dominano negli arrivi? E loro gli propongono orari europei. "Da noi e non solo tutti possono essere messi a tavola in qualunque momento: d’altra parte a differenza dei turisti tricolori gli altri mangiano quando hanno fame".

Spesso per fortuna: l’altra variabile dell’anno è il caldo. E anche questo sposta le lancette dell’orologio. Perché ci sono giornate nelle quali la canicola svuota strade e piazze e le riempie di sera. Chi soggiorna negli agriturismi si gode verde e piscina e poi scende a valle.

Ma in compenso la scelta del turismo alternativo fa salire i giorni di permanenza, quindi le presenze e non solo gli arrivi. Tra maggio, giugno e luglio la durata media dei soggiorni è stata di 3,3 giorni: frazioni a parte equivalgono a tre pernottamenti a testa, un dato che se venisse confermato potrebbe fare la differenza. Di alberghi parliamo a fianco ma il tasso di occupazione nello stesso periodo è del 67,2%, anche questo ben al di là dei dati di un anno fa e precedenti.

Anche se luglio non ha volato, anzi l’ultimo weekend in particolare è stato a scartamento ridotto. E agosto per ora aspetta il test del last minute per prendere corpo, in attesa di un settembre dove invece i segnali sono già positivi. I turisti, come le pecore, si contano all’ultimo e la stagione dei bilanci è ancora di là da venire. Ma un dato è certo: la ripresa di primavera regge grazie a chi arriva da fuori.

Li riconosci assiepati intorno ai cartelli della "Vita è bella", dai colori dei capelli spiccatamente biondi per chi cala dal nord Europa, dagli occhi sgranati di chi si sente chiedere un’indicazione e non capisce. No, le lingue non sono il nostro forte: ma sul resto siamo imbattibili.