Gaia Papi
Cronaca

Il prof dall’università al trattore, «Non avevo alternative: sono tornato giovane per forza»

Per salvare la tenuta di famiglia Francesco Mattei Scarpaccini è tornato al volante del mezzo «I trattoristi dipendenti vanno a lavorare solo nelle grandi aziende: devo fare tutto da solo»

Francesco Mattei Scarpaccini, dell’azienda agraria Eredi Mattei e Scarpaccini Enrico in Val di Pierle
Francesco Mattei Scarpaccini, dell’azienda agraria Eredi Mattei e Scarpaccini Enrico in Val di Pierle

Arezzo, 9 settembre 2023 –La campagna ha un gran bisogno di manodopera, anche specializzata.  Ma il lavoro è «sordo» al suo richiamo.

Nei nostri campi mancano molti trattoristi. E così c’è chi, per salvare la propria tenuta, sceso dalla cattedra universitaria è saltato in «sella» ad un trattore. E’ un po’ la storia di Francesco Mattei Scarpaccini, dell’azienda agraria Eredi Mattei e Scarpaccini Enrico in Val di Pierle nel Comune di Cortona, azienda associata a Confagricoltura dal quale arriva l’allarme.

All’appello almeno 100 trattoristi. Mattei Scarpaccini, professore universitario nella facoltà di agraria di Firenze ormai in pensione, per la carenza di manodopera ha dovuto fare una scelta. «Sono tornato giovane per forza, ed eccomi al lavoro sul mio trattore per occuparmi dei terreni».

Cosa sta accadendo nelle campagne? «Il personale è profondamente cambiato, si va verso una crescente specializzazione, vuol dire che stanno scomparendo le figure del coltivatore e del contadino che sapevano fare tutto».

Perché non si trovano più trattoristi? «Alla luce di questa specializzazione e professionalità i trattoristi dipendenti vanno a lavorare solo nelle grandi aziende, le sole che offrono lavoro continuativo.

A non trovarne sono le piccole e medie aziende, che rappresentano la maggioranza sul nostro territorio. Queste hanno bisogno di personale polivalente, che sappia e voglia occuparsi di più mansioni».

Quindi? «Quindi il trattorista bravo si organizza in modo autonomo e diventa terzista; gli altri si dirottano nelle grandi aziende che offrono un lavoro continuativo. Sono i grandi poli di attrazione che fagocitano dal mercato queste figure, togliendole al piccolo».

La piccola azienda deve rivolgersi ad un terzista per fare i lavori da trattorista? «Dovrebbe ma ancora una volta si gioca sul filo dei costi. Pensate: se per una trinciatura io spendo 10 euro all’ettaro, chiamando un terzista ne servono 80.

E’ chiaro che per un’azienda medio piccola, che non ha la forza di assumere manodopera, diventa molto difficile rivolgersi ad un terzista. Per fare un esempio: nei mulini il grano viene pagato 17 centesimi il chilo, grano con il quale viene prodotto il pane venduto al forno anche a 5 euro al chilo.

Poi ci si chiede come si fa a produrre in modo economicamente valido e magari pagare adeguatamente un trattorista per il proprio lavoro».