"Il nuovo vescovo è Migliavacca" Annuncio in Duomo tra le campane

Cattedrale piena per la scelta del Papa: ma già la convocazione parallela a S.Miniato aveva tolto tutti i dubbi. Fontana con gli occhi lucidi, la lettera del designato. "Inizia la nuova avventura, questa terra è un giardino"

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di Alberto Pierini

"Siamo solo ambasciatori": il brano di San Paolo, una lettera ai Corinzi che sta bene con tutto, toglie d’imbarazzo i protagonisti della staffetta storica. E che affrontano entrambi con gli occhi lucidi, sia pur a centinaia di chilometri di distanza. "So di affidare a Migliavacca una diocesi che è bella. E’ proprio bella" sussurra Fontana alla fine dell’annuncio del nuovo Vescovo. Mascella da falso burbero, il labbro che ne tradisce le emozioni. "Ero uno straniero lombardo, mi avete fatto sentire uno di casa" confida Migliavacca ai suoi preti e ai fedeli. E’ il mezzogiorno della verità.

Il nuovo vescovo convoca tutti solo un’ora prima: e sceglie non la Cattedrale ma un salone di curia, forse per togliersi lo sfizio di guardare negli occhi tanti amici. Fontana scioglie le campane: il Duomo è pieno fino all’ultima panca, in prima fila il sindaco che lo saluta con affetto.

"Il Santo Padre ha scelto come nuovo Vescovo monsignor Andrea Migliavacca": e scatta l’applauso dalla navata. Prolungato, che spezza l’attesa e la curiosità che regnavano da gennaio, dalle dimissioni di Fontana. Una sorpresa largamente anticipata: l’ultimo velo era caduto un’ora prima, alla convocazione dei sacerdoti di S.Miniato. A quel punto il finale era chiaro. "Sono contento di questa scelta: ci siamo già sentiti con Andrea, è felice di venire da noi". Da noi: Fontana è aretino ad honorem. "Per un Vescovo la diocesi è una sposa: e un marito che lascia la moglie a 75 anni è un imbecille".

Lui no, lui. Si ritira a San Domenico, nella Casa del Clero. "Pronto ad ogni richiesta di consiglio o di aiuto: ma non farò il primo passo". Assicura che ci sarà ma esclude ogni minima intromissione: anche se ci saranno poche decine di metri tra le case dei due Vescovi.

Come ultimo atto conferma i vicari, a cominciare da Fabrizio Vantini, quello generale. Vantini domani sarà a San Miniato, per un primo confronto con il Vescovo che verrà. Quando?

E’ l’unico punto che nessuno chiarisce. In teoria Migliavacca ha 60 giorni per l’insediamento. Ma resta amministratore apostolico di San Miniato e a dicembre inizia il Giubileo per i 400 anni della diocesi. Ai suoi, nel salone della curia, assicura che ci sarà ma non fino a quando.

"Ne parlerò con Fontana" ci risponde. "Sentirò le sue esigenze" quasi replica a distanza lo stesso Fontana. Intanto riserva una lettera alla nuova diocesi. "Pace, pace, pace": l’approccio è rigorosamente francescano e non sfrigge al Guardiano della Verna, padre Brasa. "Un pastore dal cuore profondamente francescano" lo saluta: e alle campane della Cattedrale incrocia il Te Deum alle Stimmate, il sancta sanctorum del monte. Ma non dimentica Fontana, " ha retto con sapiente paternità la cattedra di San Donato". E fa quello che forse qualcuno avrebbe dovuto fare in Duomo, un ringraziamento al Vescovo che lascia.

E invece a risuonare sono solo le parole di Migliavacca, lette dal cancelliere. "Pace a te Chiesa in Arezzo, Cortona e Sansepolcro. Iniziamo l’avventura di una reciproca conoscenza".

Tutta la chiesa, ma quella "fatta di volti, storie, incontri, percorsi…". Tra una pace e l’altra incardina il documento programmatico. "La stella polare della Parola, il faro del Concilio, la bussola del Sinodo". E regala un passaggio più aulico. "Pace a te terra, “giardino” per la nostra diocesi e che voglio conoscere in ogni angolo: la pianura e i colli, le montagne e i grandi orizzonti, la terra coltivata e quella boschiva, i corsi d’acqua e le vallate, le città e i paesi. La pace sia custodia dell’ambiente, impegno di una conversione ecologica". Zitto zitto Migliavacca apre la sua agenda. E Fontana la sbircia da lontano. "Mi pare che cominciamo bene".