Il medico c’è ma a 30 chilometri Chiusi, ambulatorio su prenotazione La vita in salita dei paesi montani

In Casentino dottori coraggiosi si caricano sulle spalle famiglie sparse ovunque: ora il bando della speranza. In Vallesanta lavori e giri tortuosi per raggiungerla. Il "doc globetrotter" in azione tra comuni lontani.

Il medico c’è ma a 30 chilometri  Chiusi, ambulatorio su prenotazione  La vita in salita dei paesi montani

Il medico c’è ma a 30 chilometri Chiusi, ambulatorio su prenotazione La vita in salita dei paesi montani

Lassù l’aria è più rarefatta, si vive a lungo e ci si ammala men. E per fortuna: perché ammalarsi dalle parti del Casentino diventa un affare complesso. Fin dalle basi dell’assistenza: quella dei medici di famiglia. Loro, l’interfaccia tra babbo, mamma e la sanità pubblica.

Il grido d’allarme lo abbiamo riecheggiato spesso in questi giorni. Una carenza complessiva di 30 medici di base, sei dei quali nella valle che declina verso monasteri e conventi. Un esempio? Chiusi della Verna, il paese alle pendici del santuario forse più famoso al mondo.

"E’ chiaro che il problema esiste ed è grave: l’ho sottolineato tante volte, devo dire sempre trovando nella Asl orecchie molto attente". Giampaolo Tellini è il sindaco di Chiusi, di quel ciuffo di case sotto La Verna, affollate soprattutto d’estate, grazie ai secondi appartamenti.

C’è stato un periodo nel quale il medico di famiglia neanche c’era: ed è lì che Tellini si era fatto sentire parecchio, usando un po’ tutti i mezzi. Ora almeno c’è e non è poco.

"Abbiamo un nostro medico, e non finirò mai di ringraziarlo per aver accettato questo incarico. Ma sta a Poppi, ad una trentina di chilometri da qui e da queste parti i chilometri sono più tortuosi che in una città". L’ambulatorio è su prenotazione, più o meno come avviene ormai in gran parte degli studi medici in città, a cominciare dalle case della salute. La differenza è che da quelle parti diventa difficile all’ultimo momento farsi sotto, l’eccezione alla quale i medici ad Arezzo vengono incontro, perché senza prenotati l’ambulatorio non apre.

Eppure qui lo apre una volta alla settimana anche il medico globe trotter Guido Santini: fu la sua storia ad aprire per la prima volta l’emergenza Casentino, quasi 1800 assistiti sparsi su decine di chilometri e quattro comuni. Non molla, continua a seguire le sue postazioni. A volte superando, lui come i colleghi, difficoltà reali: ad esempio in Valle Santa, nella zona di Corezzo e dintorni. Lavori in corso, per arrivare a misurare la pressione o a far dire "33" devi fare un bel giro tortuoso.

"Ora la svolta è vicina: la Asl ha lanciato un bando, coinvolge anche noi" dice Tellini con soddisfazione e anche gratitudine. D’altra parte il mestiere è meno inseguito del solito, gli orari spesso peggiori di quelli di tanti colleghi. E a pagarne il prezzo sono i piccoli comuni sparsi. Come Chiusi. O Badia Prataglia.

Su questo i sindaci non guardano ai colori: da Vagnoli di Bibbiena a Toni di Poppi a Tellini di Chiusi, il grido d’allarme è uguale per tutti. La soluzione che si profila è il passaggio da 1500 assistiti a 1800. Ma intanto ci vuole il consenso del medico.

E poi i numeri non sono uguali per tutti. I 1800 in città sono decisamente più abbordabili dei 1800 tra Chiusi, Chitignano e Valle Santa. Chilometri per raggiungerli e tanti sono anziani. Perché da quelle parti si vive a lungo e ci si ammala di meno. Per fortuna.

Alberto Pierini