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Il dietrofront di Pupo, niente Mosca: «Non c’entrano le polemiche, vi spiegherò»

L’artista rinuncia alla partecipazione come giurato di un concorso canoro. Ponticino sta comunque con lui. «E’ un creativo, anche se andava sarei stato d’accordo» risponde il barista

++ Pupo a Dagospia, non andrò più a Mosca ++

Arezzo, 1 maggio 2023 – Al suo telefono risponde una voce femminile, ai messaggi non risponde proprio. Ma Pupo spezza la bufera che lo stava circondando nel modo che non ti aspetti: spedisce un messaggio vocale al sito Dagospia. E per un giorno si ferma lì.

«Non vado più a Mosca: vi spiegherò più tardi perché» è la sintesi del messaggio e dell’ennesima storia che lo ha visto protagonista. Era atteso in Russia come un personaggio chiave in una sorta di Sanremo con il colbacco: anche se, si sa, Sanremo è Sanremo e nessuno lo può imitare.

In poche ore intorno a Enzo Ghinazzi è scoppiato l’inferno, roba da far impallidire il Gladiatore. Anche perché al posto dei fiori di Sanremo, almeno in base alle previsioni, ci sarebbe stato di peggio. La sua presenza come «special guest» era stata annunciata con evidenza sul sito di una manifestazione destinata a proporre le «canzoni sovietiche sulla guerra in diverse lingue del mondo in duetto con le star del palcoscenico russo».

Roba che brucia. E che con la saggezza tipica della nostra terra, quella dove è nato, ha mollato subito. Il vocale? «Ho deciso di non partire più per Mosca. Il motivo? Non per le polemiche e per tutto ciò che è accaduto in questi giorni ma per un fatto che spiegherò più avanti. È successo l’imprevedibile...».

Un messaggio netto ma con quella giusta dose di mistero che terrà accesi i riflettori ancora per qualche giorno. Niente male, mentre prende il largo lo spettacolo che aveva varato, in una sorta di spettacolo «zero», sul palcoscenico di Castiglion Fiorentino.

«In virtù di riflessioni e assorto nei miei pensieri nel viaggio che sto facendo da Lugano verso la città di Spa, in Belgio, dove mi fermerò per qualche giorno a riposare e ancora a riflettere ho deciso di non partire per Mosca». Ma promette di raccontare tutto a breve. «Sono molto chiaro con tutti».

Una promessa non mantenuta, un sì che gli era sfuggito di mano andando ben oltre la sua disponibilità? Per ora il motivo è nascosto nella sua e naturalmente all’interno del suo entourage.

L’evento si chiama «Road to Yalta»: no, Churchill in questo caso non c’entra, è uno spettacolo che si è sempre tenuto in Crimea. Per problemi logistici, almeno questi immaginabili, stavolta la decisione di virare verso il palazzo del Cremlino, uno di quegli elementi che avevano reso la vicenda esplosiva.

Compreso il suo profilo Facebook. Che per una volta si è colorato di mille accuse e di parole forti, anche se in gran parte compensate da chi non lo molla e rimarca un concetto antico: l’arte e la musica non hanno confini.

Ed è una linea sulla quale Ponticino, il suo paese, non lo molla. «Per me è un genio, una persona creativa» spiega Andrea Carboni, il titolare del Roxy Bar. Sì, ma se fosse andato davvero a Mosca? «Che c’è di male? La musica è un’altra cosa».