E’ la sua notte. È sempre stata la sua notte. La notte delle Passioni, quelle rievocazioni nelle quali la fede si sbarazza dei libri e va per le strade. La strada, che come diceva Gaber, è l’unica salvezza. In fondo, pur da una prospettiva missionaria, ne era convinto anche don Fortunato Bardelli. Un prete, ma anche un poeta, un visionario con la realtà stretta tra le dita. Il testo della Passione per il Venerdì Santo lo aveva composto lui, incrociando i Vangeli con le inquietudini, i dubbi di una generazione. Il testo era diventato quello di quasi tutte le rievocazioni. Don Fortunato non c’è più, pianto dal Brasile della sua missione fino a Frassineto. Le sue parole restano. E sono scritte nel cuore di questa notte.
CronacaIl cantastorie di un racconto millenario