C’è preoccupazione tra le aziende del territorio. "I raccolti cominciano a essere a rischio. Molte cantine, compresa la mia, si stanno orientando alla raccolta meccanica dell’uva" spiega Lidia Castellucci, presidente di Coldiretti, oltre che titolare dell’azienda agricola Casali, in Val di Chio. "Questo vuol dire affrontare altri investimenti, rivedere le attrezzature nelle cantine e cambiare filosofia. Passi importanti per cercare di evitare quanto lo scorso anno è accaduto a molte aziende che per la mancanza di manodopera si sono viste costrette a lasciare l’uva nelle vigne".
Una raccolta, soprattutto di uva, che quest’anno ha sofferto terribilmente. Prima la peronospora, poi la grandine, hanno dimezzato la produzione. Leggermente meno problematica sarà la raccolta delle olive che però non promette niente di buono. "In un’annata normale sarebbe stato un disastro. È evidente: nonostante ci sia poca produzione la manodopera non è sufficiente" spiega il direttore di Cia, Massimiliano Dindalini. Campi in sofferenza manodopera anche per gli associati di Confartigianato, "Meno per la vendemmia, quest’anno la raccolta sarà minima. Diversa la situazione per le olive, alcune nostre realtà hanno a rischio la raccolta. In passato venivano fatte in famiglia o con assunzioni tramite contratti in compartecipazione. Quelle generazioni non esistono più. Sono state sostituite da squadre di lavoratori che arrivano da cooperative. Un sistema che, oltre ad essere molto costoso, non dà garanzie sui lavoratori, quindi con un rischio a cui si espone l’imprenditore" spiega Carlo Bartolini Baldelli, presidente Confagricoltura.