I feudi del territorio aretino durante l’età moderna, il ciclo di incontri

Il nuovo ciclo di conferenze sulla storia dei feudi aretini durante l'età moderna, organizzato dalla Società storica aretina, ha preso avvio con una relazione introduttiva di Stefano Calonaci. L'incontro si è tenuto all'Auditorium Ducci di via Cesalpino e ha approfondito il ruolo e l'evoluzione degli istituti feudali nella Toscana moderna fino al Settecento.

I feudi del territorio aretino durante l’età moderna, il ciclo di incontri

Il nuovo ciclo di conferenze sulla storia dei feudi aretini durante l'età moderna, organizzato dalla Società storica aretina, ha preso avvio con una relazione introduttiva di Stefano Calonaci. L'incontro si è tenuto all'Auditorium Ducci di via Cesalpino e ha approfondito il ruolo e l'evoluzione degli istituti feudali nella Toscana moderna fino al Settecento.

Oggi con una relazione introduttiva di Stefano Calonaci prende avvio il nuovo ciclo di conferenze sui feudi del territorio aretino durante l’età moderna, organizzato dalla Società storica aretina, con il patrocinio del Comune di Arezzo. L’incontro è in programma alle 17,30 all’Auditorium Ducci di via Cesalpino. Curato da Luca Berti, il ciclo si propone di indagare struttura, rilevanza e consistenza dell’istituto feudale nella Toscana moderna, e in particolare nel territorio aretino, fino alla fine del Settecento, prima con i Medici, poi con gli Asburgo-Lorena subentrati nel 1737 nel governo del granducato. La politica medicea sul territorio si servì della creazione di nuovi feudi sia come strumento di rafforzamento del potere centrale, sia come ricompensa e promozione di famiglie fedeli, con modalità diverse a seconda delle congiunture storiche e della personalità dei vari sovrani. Avviata in maniera piuttosto incerta da Cosimo I, la politica di nuove infeudazioni ebbe un’intensità decisamente più sostenuta a metà del Seicento, con Ferdinando II, che operò numerose investiture. Una "rifeudalizzazione", quindi, di cui si iniziò il superamento con la nuova dinastia che, con la legge sui feudi del 21 aprile 1749, mirò a ricondurre i poteri signorili sotto il controllo dello Stato, per giungere infine alla loro soppressione durante il periodo francese. A fianco dei nuovi feudi persistono anche strutture di origine più remota, talvolta di nomina imperiale, sia laiche che ecclesiastiche. E contemporaneamente i sovrani conducono, per conto della corona, una politica di acquisto proprio dei feudi sui quali non hanno titolo. Stefano Calonaci insegna Storia moderna e Storia e attualità dell’Illuminismo presso il dipartimento di Studi storici e Beni culturali dell’Università di Siena, svolgendo didattica ad Arezzo. Il ciclo di conferenze della Società storica proseguirà fino all’inizio del mese di dicembre. L’8 ottobre Camillo Berti parlerà della dislocazione e della consistenza dei feudi dell’Aretino.