Guasconi: "L’estero è il nostro salvagente"

Qui il primo distretto orafo: "Il mercato ha dato segni di vitalità forti, ma l’aggravarsi del conflitto non agevola la ripartenza"

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di Angela Baldi

L’appuntamento più atteso, OroArezzo, arriva nel cuore del distretto orafo aretino che ha registrato una crescita rispetto al livello pre-crisi pari al +23,5% sul 2019 secondo il monitor Distretti della Toscana 2022 e rivolto ai principali paesi di sbocco dell’oreficeria Made in Italy: Nord America, Middle East, Sud America, oltre ai retailer italiani. Un format consolidato quello della fiera aretina a cui partecipa la Camera di Commercio, presente a fianco di imprese e imprenditori, come conferma il presidente di Camera di Commercio Arezzo Siena Massimo Guasconi.

"Dopo due anni si torna a parlare aretino nel mondo dell’oro, la Camera di Commercio è presente durante tutta la manifestazione coi suoi servizi dedicati al mondo dell’oro e le certificazioni legate al titolo, col nostro laboratorio e l’assistenza di Sagor per essere vicini alle imprese anche in questa nuova esperienza, dopo l’entrata in vigore della convenzione di Vienna e delle conseguenti marchiature".

La fiera arriva dopo due anni di pandemia e mentre in Europa si combatte una guerra, cosa dobbiamo aspettarci?

"Veniamo da un periodo di rinnovato interesse legato all’oro lavorato e al gioiello, il mercato ha dato segni di vitalità forti, ma l’acuirsi del conflitto non aiuta: le dinamiche internazionali vengono influenzate e se anche le esportazioni dirette in quei paesi sono marginali, ciò che accade influisce. La situazione pesa sulla reperibilità e costi della materia prima, l’oro è sempre un bene rifugio e c’è incidenza sulle quotazioni, della situazione risente la capacità di tutto il mercato di muoversi in modo libero. Ci aspettiamo un grande afflusso, ma immaginiamo le difficoltà nei voli con la chiusura di alcuni spazi aerei che non favorisce soprattutto i buyer asiatici. Ci aspettiamo però che il flusso che abbiamo visto in questi primi mesi 2022 continui, e che l’interesse si mantenga alto da parte di buyer e distributori".

A quali mercati guardiamo con più interesse?

"I paesi arabi, anche in seguito alla fiera di gennaio di Dubai. Ma anche il mercato statunitense che può dare un grande contributo in termini di esportazioni, quello turco che è sicuramente un crocevia importante. Ci sono molte fiere concentrate nello stesso periodo, questo non aiuta buyer e distributori che non riescono nel giro di poco tempo a partecipare a tutte, soprattutto sapendo di trovare alcune delle stesse aziende. Speriamo che questa prima fiera post pandemia faccia registrare una presenza di tutto rilievo". L’oro è il nostro salvagente?

"Il distretto orafo aretino è il primo d’Italia e d’Europa per export con 1200 imprese e oltre 7mila addetti. I numeri delle esportazioni 2021 sono in crescita del 23,5% sul 2019. L’export complessivo del settore oreficeria e gioielleria senza lingotti ha raggiunto oltre 2miliardi e 500milioni nel 2021. Circa 6miliardi compreso il lingotto. Due terzi dell’export aretino totale è legato all’oro. L’oro è quello che ci ha salvato anche quando l’economia era in stallo".

La Camera di Commercio ha investito risorse in Vivi Oro, come è nato il primo brand collettivo italiano?

"Dalla volontà delle Associazioni di categoria aderenti alla Consulta Orafa di Arezzo, realizzato grazie al sostegno economico della Camera di Commercio. E’ un luogo di incontro tra le eccellenze italiane del settore, per promuovere e valorizzare l’oreficeria Made in Italy. Le aziende orafe durante la pandemia, hanno saputo reagire con la capacità di innovare.

Come Camera di Commercio, intendiamo essere ancora al loro fianco mettendo a disposizione il marchio collettivo "Vivi Oro" importante strumento di garanzia e marketing, creato per accompagnare sui mercati nazionali ed esteri le produzioni di altissima qualità delle nostre aziende".