Arezzo, 19 settembre 2024 – Apuane Libere, il Comitato Tutela Crinale Mugellano, il Comitato Val di Lima e Val Fegana, i Custodi degli Alberi e del Suolo, il Movimento Pratomagno Senza Asfalto hanno organizzato sabato 28 settembre, dalle ore 15, sotto la sede della Regione Toscana in Piazza Duomo, 10, a Firenze, una manifestazione a difesa delle montagne toscane. "Ci opponiamo alla distruzione di alcune delle ultime frontiere di biodiversità e di selvaticità del territorio italiano", hanno detto. Si parlerà ovviamente anche del progetto che prevede l'asfaltatura di 12 km sul crinale del Pratomagno. "Si intuisce nel calore sprigionato dall’asfalto che vorrebbero calare in Pratomagno ad un’altitudine che supera i 1500 mt, a fianco e dentro un sito protetto Natura 2000, casa di rarissime specie animali e vegetali, per nuovi ristoranti, nuove strutture alberghiere, nuovo ed ulteriore turismo del consumo", hanno tuonato i comitati. Naturalmente riflettori puntati anche su altri interventi previsti in Toscana: sulle Apuane, nella montagna pistoiese, senza dimenticare il no secco al progetto di installazione di 7 mega pale eoliche di 170 metri in Mugello, a ridosso del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi o al taglio boschivo nella Valle del Serchio. "Costi per decine di milioni di euro, sottratti al nostro benessere - hanno tuonato i comitati - 35 milioni in Mugello, 16 milioni per l’impianto della Doganaccia, circa 2 milioni per l’asfaltatura del Pratomagno. Senza considerare le perdite incalcolabili e non recuperabili in termini di biodiversità ed equilibrio ecosistemico, giustificate da uno sbandierato ma irreale “progresso”.
Valga per tutti il caso delle cave: 1.000 impiegati oggi dai 16.000 degli anni ‘50, da 150 a 10.000 Euro a tonnellata all’industria del marmo, solo 5 Euro a tonnellata al Comune di Carrara per le concessioni. La politica e l’imprenditoria, anche con la spinta dell’Unione Europea, corrono a braccetto sempre più velocemente verso la distruzione di tutto ciò che conta, di tutto ciò che è vita e dà la vita. Per quali interessi? I nostri? Non è credibile, non è logico, semplicemente non è vero. Le risorse, guarda caso, mancano sempre per sanità, scuola, trasporto pubblico, diritto alla casa, servizi alla persona". L’ideologia dominante, veicolata da ogni tipo di fame di potere e di denaro, cerca di colonizzare ogni pensiero, dei prossimi potenziali sfruttatori e degli sfruttati - hanno aggiunto i movimenti - Ma è vuota e svuotante, non ha prospettiva, punta dritta all’annientamento in nome di nuove tecnologie costruite sulla pelle di popoli sfruttati, nuove energie necessarie a mantenere, se non aumentare, gli attuali consumi, nuove armi per difendere e conquistare nuovi mercati, nuovi prodotti che finiranno in mare o in qualche nuova terra che dovrebbe dare la vita e finisce per dare la morte. Da tempo nelle Apuane, nella Montagna Lucchese, nella Montagna Pistoiese, nell’Appennino Mugellano, alle pendici del Pratomagno viviamo da abitanti di riserve votate naturalmente alla vita, da difendere ad ogni costo dal suo contrario, nella ricerca sempre più complicata di un equilibrio tra la salvaguardia di ciò che rimane della Natura e la necessità di sopravvivere tra le maglie del nostro tempo, con la dose di isolamento e repressione che ne deriva".
"Anche per questo, da sempre, dalle nostre province, dalle nostre campagne, dalle nostre montagne - hanno aggiunto i comitati - affrontiamo lunghi viaggi per portare la nostra voce a fianco dei popoli colonizzati e sterminati per ragioni di profitto e di dominio, dei lavoratori in sciopero e in occupazione che si oppongono alla speculazione e al ricatto del monopolio della creazione di lavoro, di coloro che lottano contro il patriarcato per l’autodeterminazione dei corpi e dei desideri, di chiunque protesti contro l’ennesimo disastro ambientale per la costruzione di nuovi palazzi di lusso o basi militari. Ci siamo opposti nei nostri territori con tutte le forze, abbiamo costituito comitati, organizzato assemblee e manifestazioni con centinaia di persone, promosso raccolte firme, sottoposto accessi agli atti e osservazioni tecniche, costretto gli esecutori dei progetti a procedure amministrative più stringenti, ottenuto pareri contrari da parte di Sovrintendenze ed enti di tutela del territorio. Nulla è valso a far rimeditare i propositi. È mancato qualsiasi reale ascolto, ogni occasione è stata buona per svilire o limitare la forza della nostra protesta. Per questo, per altro, per tutto” chiediamo di partecipare alla manifestazione di sabato 28 settembre. Giù le mani dalle montagne toscane!"