Giovane appena assunto tra i nuovi infermieri: dopo due turni si ammala, ora è a casa

Una beffa amara tra le pagine del dramma. Il Valdarno paga un prezzo carissimo: oltre 50 casi. La lettera alle famiglie da Bucine, la visita dell'assessore regionale

Coronavirus, medici e infermieri al lavoro

Coronavirus, medici e infermieri al lavoro

Arezzo, 22 marzo 2020 - L'incubo del Valdarno. Di giorno in giorno si affaccia e scopre di essere quasi sempre il primo sul fronte dei contagi. Una striscia ormai infinita, che ha superato e non di poco la soglia dei 50 casi, più quelli conteggiati ieri in base alle comunicazioni dei sindaci e che diventeranno ufficiali probabilmente oggi.

L'ultimo caso è di quelli che lasciano senza fiato. Quello di un giovane, una delle comunicazioni che chiudono la giornata: è un infermiere, neoassunto alla Gruccia, nell'infornata decisa per fronteggiare un nemico che ti scappa da tutte le parti.

Chissà che festa avrà fatto nel giorno in cui ha finalmente varcato la porta dell’ospedale. Perché ti ritrovi a passare dall'eterno precariato ad un lavoro, dall'incertezza alla certezza. Ha avuto il tempo solo di fare due turni.

Sono bastati per farlo ammalare, per costringerlo a rimanere in casa, un po' per curarsi e un po' per non rischiare di contagiare qualcun altro. E ora è lì, a casa: malato ma deciso a riprendersi la sua festa.

Una festa che a Bucine è di là da venire: anche se è il giorno nel quale una donna esce dall'ospedale, finalmente guarita. Un'altra festa strozzata, in contemporanea la scoperta di un caso positivo nella residenza assistita Fabbri Bicoli, uno dei centri per anziani più storici e importanti della provincia. Il sindaco Nicola Benini conferma il contagio e scrive alle famiglie: «Un reparto isolato, primi tamponi: tutti al lavoro per i più fragili». Promette di tenere sempre tutti infornati, le famiglie lo ringraziano ma insieme esternano la loro preoccupazione.

Ieri al San Donato anche l'assessore regionale Stefania Saccardi, affiancata dalla vicepresidente del consiglio regionale Lucia De Robertis, tutte e due protette dalle mascherine. Arriva con una buona quantità di dispositivi di protezione. «Da ora in poi registriamo quante ne arrivano, da chi e dove vanno. E' impensabile continuare a distribuire mascherine e dover sempre fronteggiare la critica per la loro assenza".