FEDERICO D’ASCOLI
Cronaca

Giostra, l’enigma di San Francesco La contesa tra Colcitrone e Chimera

La mappa esposta nella mostra dedicata ai 90 anni della sfida al Buratto riapre il caso irrisolto. Gli statuti dei due quartieri, approvati di recente, sono in contrasto e si attribuiscono la piazza

di Federico D’Ascoli

La contesa dei confini adesso corre su due binari. Da una parte ci sono gli statuti, in palese contrasto, dall’altra la mappa che ha caratterizzato la mostra dedicata ai novant’anni della Giostra del Saracino da poco conclusa. Il centro storico è scomposto con i colori dei quartieri: il cremisi di Porta del Foro e il rosso di Porta Crucifera dividono in due piazza San Francesco e via Cesalpino. Nella realtà Porta Crucifera mette da sempre le sue bandiere su tutta la piazza e su tutta la via che sale fino a piazza della Libertà. La suddivisione esposta fino a qualche giorno fa nel palazzo di Fraternita è cristallizzata da una delibera del consiglio comunale dell’8 febbraio 1951, in occasione del censimento. Confini ampiamente inapplicati nei cinquant’anni successivi con la scappatoia che all’epoca non era il Comune ma l’Enal (Ente nazionale assistenza lavoratori) a organizzare la sfida al Buratto. In base alla mappa del 1951 Porta Crucifera arriverebbe ad affacciarsi in piazza San Giusto e i colori di Sant’Andrea sventolerebbero a due passi dai Bastioni di Santo Spirito.

Questioni irrisolte che nemmeno il recente tentativo dell’assessore Gianfrancesco Gamurrini è riuscito a dirimere. Ora però il contrasto tra Colcitrone e San Lorentino è diventato ufficiale. Con l’occasione della riforma degli statuti per adeguare le normative interne dei quartieri alle associazioni del terzo settore, sia Porta Crucifera che Porta del Foro hanno voluto delineare in un articolo della loro carta fondamentale i propri confini all’interno e all’esterno delle mura. Attribuendosi tutti e due il lato dei Costanti di piazza San Francesco e il quadrilatero delimitato da via Cesalpino, via Montetini e via Carducci. La magistratura ha già omologato quello di San Lorentino e presto dovrebbe fare lo stesso con quello di Colcitrone, ‘certificando’ il conflitto. Non contribuisce alla chiarezza il regolamento generale della Giostra che non si è mai avventurato a stabilire esattamente i confini: anche nell’ultima variazione, datata 2019, si limita a indicare "il settore nord-est" della città per i rossoverdi e "il settore nord-ovest" per i giallocremisi.

A pochi giorni dall’inizio della pandemia si era tentata una mediazione mai arrivata al traguardo. Palazzo Alberti proponeva di prendersi piazza San Francesco e spostare il confine esterno tra i due quartieri da via Buonconte da Montefeltro a viale Santa Margherita. La controproposta della Chimera era una sorta di ‘baratto delle piazze’: San Francesco rossoverde in cambio della concessione ai giallocremisi del lato verso il Prato di piazza San Domenico.

Mediazione andata a vuoto. Ma con la cartina del 1951 diventata di nuovo ‘ufficiale’ nella mostra dei novant’anni della Giostra sarà interessante vedere se le bandiere di piazza San Francesco cambieranno colore. Con mezzo secolo di ritardo.