Giani: "Va fatta, ma prima decidiamo dove"

Il presidente della Regione spinge sulla localizzazione e bacchetta la posizione delle Camere di Commercio di Arezzo-Siena e dell’Umbria

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di Lucia Bigozzi

Inutile dire facciamo la stazione Medio Etruria senza prima sapere dove. La mette giù così, in sintesi estrema, il governatore toscano Eugenio Giani che senza tradire l’aplomb istituzionale lascia tuttavia trapelare una certa irritazione per la sollecitazione arrivata dal mondo economico delle province di Arezzo, Siena e Perugia sulla stazione dell’Alta Velocità Medio Etruria.

Presidente Giani cosa risponde alle Camere di Commercio di Arezzo-Siena e Umbria?

"Per fare l’opera non basta dire genericamente ’vogliamo la stazione Medio Etruria’. Io devo andare dal prossimo ministro alle infrastrutture - come già accaduto finora con il ministro Giovannini - a dire il luogo dove i territori hanno deciso di realizzarla".

Ad oggi ci sono tre ipotesi e nessun accordo.

"Oggi abbiamo la realtà aretina che spinge con motivazioni tecniche su Rigutino dove esiste già uno snodo ferroviario tra linea lenta e direttissima. Poi c’è l’opzione Farneta che rappresenta un punto di equilibrio tra le tre province, sollecitata dall’Umbria e da ambienti senesi. Tuttavia, dal punto di vista tecnico, Farneta ha la caratteristica in base alla quale esiste molta distanza tra linea lenta e direttissima, in gergo si dice rottura di carico. Infine c’è la Valdichiana del sud che vorrebbe la stazione a Chiusi che ha una peculiarità: è esattamente a metà strada tra Roma e Firenze, con il vantaggio di essere praticabile già da oggi potenziando il collegamento con Chiusi".

Come se ne esce?

"Il modo per uscirne è fare una Conferenza dei servizi che coinvolga tutti i soggetti e trovare una soluzione sulla localizzazione. Vedo che oggi viene teorizzata la decisione prima del luogo, ma dobbiamo essere credibili. Come? Riunendoci e scegliendo il luogo in base a criteri e valutazioni tecniche, numeri dei flussi alla mano; con quella decisione io andrò dal ministro".

Cosa non ha funzionato in questi dieci anni di parole?

"Sono convinto che la Toscana del sud debba avere la stazione dell’Alta Velocità e un congruo numero di treni che si fermano, anche perchè a fronte della richiesta, il servizio non viene esaurito dalle stazioni di Firenze o Roma. Credo che ci sia stato un eccesso di campanilismo. Ora sta alla Conferenza dei servizi fare una scelta intelligente e di equilibrio, tenendo presente l’importanza di uno snodo ferroviario che tenga insieme linea lenta e direttissima.

E’ un progetto che si può agganciare ai fondi del Pnrr?

"Il Pnrr è già esaurito a livello nazionale. In Toscana abbiamo i decreti del governo per 1372 progetti, altri deriveranno dai bandi già fatti e da aggiudicare. Nel Pnrr non ci sono nuove progettualità".

Intravede una finestra possobile?

"Possiamo puntare sulla prima revisione del Pnrr, prevista nella primavera 2023. Dobbiamo essere pronti e lavorare ora alla decisione sulla localizzazione".

Ha un’agenda sul tavolo?

"Alle Camere di Commercio dico: dopo il 25 settembre facciamo una riunione alla quale chiamerò gli amministratori più rappresentativi di Arezzo e Siena. Poi faremo l’incontro con l’Umbria e quando c ’è l’accordo dei due terzi dei territori coinvolti, al ministro chiederò di inserire l’opera nella prima revisione dei bandi. E’ questione di serietà e credibilità fare un percorso, trovare un accordo e poi andare a Roma con la soluzione migliore".