LAURA LUCENTE
Cronaca

Giacomo Debenedetti e la famiglia salvati dallo sterminio grazie a Cortona

La loro storia sarà ripercorsa in un toccante incontro nella sala del Consiglio Comunale il 24 aprile alle ore 16,30

Marco ed Elisa Debenedetti

Cortona, 23 aprile 2019  - C'è una storia che traccia un solco di amicizia indissolubile tra i suoi protagonisti. E quella che lega la famiglia Debenedetti e la comunità cortonese nel triste periodo dello sterminio fascista. Amicizia, che a distanza di tanti anni da quei tragici eventi che la storia ci ha riservato, verrà ripercorsa e raccontata al pubblico il 24 aprile alle 16,30 in un toccante incontro nella sala del Consiglio Comunale di Cortona che rientra nei festeggiamenti legati all’anniversario della liberazione organizzato dall’amministrazione insieme all’A.N.P.I. e all’Accademia Etrusca.

“Cortona 1944 l’ospitalità della città: le testimonianze” è il titolo dell’appuntamento a cui prenderanno parte Elisa e Antonio Debenedetti figli dei protagonisti di questo spaccato di storia locale da cui è nato anche un libro testimonianza “Diario del Cegliolo” che la stessa famiglia Debenedetti ha voluto ristampare per l’occasione grazie anche al generoso interessamento di tanti amici cortonesi.

Il romano Giacomo Debenedetti brillante intellettuale dei saggi critici, corrispondente di Montale e di Croce e noto sceneggiatore cinematografico viene marcato a fuoco perché ebreo. La sua sopravvivenza e quella della sua famiglia sono legate alla generosità di un amico cortonese illustre, Pietro Pancrazi. E’ lui ad andare a Roma, prelevare di peso tutta la famiglia e portarli a Cortona. “Qui- come racconta il giornalista Marco Debenedetti nipote dello stesso Giacomo - prima in città e poi a Villa Baldelli, nella frazione Cegliolo, aspettarono il passaggio della guerra e la Liberazione, avvenuta infine nel luglio 1944, nascosti, protetti dal complice silenzio e dalla luminosa gentilezza della comunità cortonese”.

Nel Diario del Cegliolo” scritto dalla moglie di Debenedetti Renata Orengo e pubblicato nella sua interezza in un’unica occasione, vent’anni dopo la fine della guerra, vengono ripercorsi con dovizia di particolari quei 10 mesi di “esilio” cortonese con profondità e nitidezza rendendo viva l’atmosfera di quei giorni e anche raccontando moltissimi aneddoti cortonesi. “Miracolosa nella sua naturalezza – racconta ancora il giornalista Marco Debenedetti - è la forza tranquilla del “patto cortonese”, patto di fiducia e di silenzio a cui la famiglia Debenedetti - e non da sola, giacché altre vennero nascoste nello stesso modo, prima fra tutte quella di Corrado Pavolini - deve di essere sopravvissuta”.

Al termine dell’incontro alle ore 18 la Fondazione Nicodemo Settembrini presenterà al teatro Signorelli un appuntamento musicale d’eccezione. Si tratta del “Requiem di Terezin” tratto dal libro di Josef Bor una delle più toccanti testimonianze sulla tragedia dei campi di sterminio. Si esibirà al pianoforte Francesco Attesti con brani del requiem di Giuseppe Verdi. La voce recitante sarà quella di Valeria Gudini. Lo spettacolo è ideato da Sergio Bianconcini.