
Don Julien Didier Beasara
Foiano (Arezzo), 17 marzo 2023 - "Non stiamo molto bene, siamo molto dispiaciuti e confusi", poche parole declinate al plurale per sintetizzare amarezza e stupore, condivise con l’uomo che gli dà una mano in parrocchia. Don Julien Didier Beasara, da un anno parroco a Pozzo della Chiana, non avrebbe mai immaginato ciò che, invece, è accaduto durante il giro delle benedizioni delle famiglie. Un mercoledì cominciato con il "cammino" per le vie del paese alle porte di Foiano, di casa in casa nel periodo che precede la Pasqua. Un incontro con i parrocchiani, quelli che vivono qui da sempre e le famiglie che hanno scelto le campagne della Valdichiana per costruire il futuro. Gente operosa da queste parti. Eppure anche qui, c’è chi ha voluto guastare tutto. O almeno ci ha provato.
Il sacerdote e l’uomno che lo accompagna hanno parcheggiato l’auto, una Panda di colore verde, un vecchio modello non più in commercio, davanti a una villetta. Via Calcinaio, vicino al centro. C’è la famiglia ad atterderli sulla soglia. Passano pochi minuti e quando don Julien Didier esce dall’abitazione si accorge che la macchina è sparita. La vecchia utilitaria appartiene all’aiutante del sacerdote, ma tutti in paese sanno che è la vettura con cui il "don" si muove. La vettura non era stata chiusa a chiave perchè entrando e uscendo continuamente da una casa all’altra, era stato ritenuto più pratico averla subito pronta per ripartire. Ma va detto anche che, il sacerdote e l’aiutante, non pensavano certo che lasciarla un minuto incustodita avrebbe significato agevolare il piano dei ladri.
"Quando siamo usciti dalla casa dopo aver impartito la benedizione, abbiamo visto che la macchina non c’era più e siamo rimasti molto male" commenta amareggiato il parroco. "Abbiamo completato il nostro giro a piedi", poi sono stati avvertiti i carabinieri. All’interno dell’auto pare fossero custodite le chiavi della parrocchia. Saranno le indagini dei militari dell’Arma a chiarire i contorni di una vicenda che pare alquanto anomala nella dinamica. Tanto che in paese ci sono voci che avanzano l’ipotesi di un atto di goliardia da parte di qualche buontempone. Certo è che in una piccola comunità come quella di Pozzo, la notizia del furto della macchina utilizzata dal parroco per gli spostamenti, ha fatto il giro di ogni casa. E le ipotesi si rincorrono. C’è anche chi pensa al furto messo a segno da chi magari aveva bisogno di un veicolo vecchio per non dare nell’occhio e al tempo stesso con un bagagliaio capiente per caricare qualcosa.
Ipotesi, congetture che al netto del contenuto, confermano un dato: in paese la notizia ha destato scalpore e tutti, tra gli scaffali di un market o nei negozi della via principale, sono rimasti dispiaciuti per don Julien Didier. Un sacerdote apprezzato per l’impegno nella comunità, capace di inserirsi senza problemi nel tessuto di una parrocchia che in passato ha vissuto momenti turbolenti. Don Julien Didier si è dato da fare fin dal suo arrivo, con spirito di collaborazione e servizio. Forse anche per questo non si aspettava che qualcuno, per scherzo o per davvero, fosse capace di mettere in pratica un piano del genere, degno di persone senza scrupoli. Perfino durante il giro delle benedizioni pasquali.
LuBi