Ferrovie: la "terza corsia" sui binari Rinforzo della linea, fondi Due Mari

L’annuncio: piano per ampliare il tratto per Firenze insieme alla divisione di traffico regionale e nazionale. Stanziamenti con Anas per nodo di Olmo e sormonto delle gallerie. Scalo Merci, altro passo avanti del progetto

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Il rafforzamento della linea ferroviaria tra Firenze ed Arezzo. Un’operazione che Fs battezza con un indimenticabile termine: "sestuplicamento". Si tratterebbe di una copertura del tratto non con gli attuali quattro binari ma sei. Innescata in un piano nazionale da 190 miliardi di euro, nove dei quali da spendere solo in Toscana. Un piano industriale da qui al 2031, quindi dimentichiamoci i tempi brevi. Ma che per una volta marca lo sviluppo ferroviario e mette al centro la posizione strategica di Arezzo. Nell’indice anche un altro passo avanti verso il progetto di rilancio dello scalo merci e quindi nella direzione della grande biblioteca ricca di servizi voluta dal Comune. Con un apostrofo rosa per la Due Mari: un investimento robusto sul nodo di Olmo. Un po’ perché l’Anas fa parte del gruppo Fs. Un po’ perché c’è in ponte il sormonto delle gallerie ferroviarie, parte integrante del progetto.

Punto e a capo. Il "sestuplicamento" fatidico non è ancora chiaro se vada a favore della linea lenta o di quella veloce. Di sicuro si aggancia ad un progetto complessivo. Che conferma la realizzazione del sotto attraversamento ferroviario di Firenze, e va nella direzione di una totale separazione dei flussi di alta velocità e regionali nel nodo di Firenze. Il cui incrocio spesso e volentieri penalizza i pendolari.

L’obiettivo è quello di un miglioramento della regolarità del servizio e di un potenziamento dell’offerta. Sarà il modo di dire la parola fine allo stop imposto ai regionali per far passare i treni alta velocità, pagato in termini di forti ritardi sulla linea? Lo scopriremo dai dettagli del progetto.

Anche perché la meta del piano industriale è una su tutte: quella naturalmente di aumentare il numero dei passeggeri a bordo. E insieme di potenziare il trasporto merci, con una scelta strategica di allentare le autostrade potenziando i binari. Ed è l’altra faccia del "sestuplicamento", in particolare negli orari notturni.

Capitolo scalo merci. La linea annunciata da Fs è quella di valorizzare le aree spesso abbandonate di fianco alle stazioni. Fin qui un capitolo delle buone intenzioni che potrebbe non avere particolari ricadute sulla città. Ma la citazione stavolta è chiarissima. Ed entra nel dettaglio. "Cinque i principali progetti da sviluppare: l’ex Officina grandi riparazioni di Firenze, le aree delle stazioni di Arezzo e Pisa e gli ex scali merci di Massa e Lucca". Così, nero su bianco.

"Il Piano Industriale intende imprimere un’accelerazione agli investimenti e, con una visione di lungo periodo, dare maggiore certezza all’esecuzione delle opere nei tempi previsti". Ad Arezzo il progetto c’è, quello della famosa "Public library", biblioteca che poi è anche area di parcheggi, servizi ed altro. E quindi Fs coglie la palla al balzo. E la Due Mari?

Si parla di 2,39 miliardi di euro per le infrastrutture stradali: tra gli interventi principali il completamento della E78 Grosseto-Siena e del nodo di Arezzo.

E’ il termine che da sempre battezza il lotto da San Zeno alla Magnanina, ed è quello che prevede il sormonto delle gallerie ferroviarie ottocentesche. Il progetto c’è da anni, è in una fase di avanzata revisione e dovrebbe essere presentato al Comune e agli altri enti interessati entro l’autunno.

Un by-pass tra la Due Mari, la ex 73 e la linea lenta della ferrovia. Circa 4 chilometri e che prevedono anche la cantierizzazione della variante alla 71 per il collegamento diretto tra San Zeno e San Giuliano. I progetti ci sono, i soldi pure: ma perché almeno per una volta non potrebbero incontrarsi?

Alberto Pierini