Febbre del sabato sera. Addio alle discoteche: dagli anni ’80 a oggi hanno chiuso due su tre

Restano solo 15 i locali in tutta la provincia rispetto ai 44 dei tempi d’oro. Ad Arezzo ecco Principe e Class, in Valdarno resistono tre locali. La Valdicihana è l’unica vallata a non avere più un punto di riferimento.

Febbre del sabato sera. Addio alle discoteche: dagli anni ’80 a oggi hanno chiuso due su tre

Febbre del sabato sera. Addio alle discoteche: dagli anni ’80 a oggi hanno chiuso due su tre

di Luca Amodio

AREZZO

L’età dell’oro era iniziata negli anni ‘70. Erano i glory days della febbre del sabato sera che aveva iniettato nei giovani rampanti del tempo la voglia di far festa tutta la notte e ballare in discoteca: energia che non si era spenta per tutto il decennio e, anzi, andava in crescendo fino alla fine del decennio successivo, non soltanto della fantomatica Milano da bere. Ed è così che sul finire degli anni ‘80 in provincia di Arezzo c’erano 44 discoteche, in tutta Italia ben 6000.

Numeri che se ne sono andati come "lacrime nella pioggia": oggi le disco rimaste aperte sono un terzo, circa 15 in tutto l’Aretino. Impossibile ricordarle tutte. Ai tempi, solo in Casentino c’erano quasi 10: l’Ateneo a Badia Prataglia; due a Soci, lo Splendor e il K2; il Blue Up a Pratovecchio; il Little Garden, il River Piper e il Saida Club Castel San Niccolò; il Giardino a Subbiano e il Boga Boga a Capolona. E poi c’erano le grandi istituzioni in città come Il Principe che al tempo era nato in via Madonna del Prato (sì, dove ora c’è il Class 125) e poi il Grace.

In Valdichiana era la golden age de Le Mirage la storica discoteca di Monte San Savino che aveva fatto ballare una provincia (e non solo) che ha messo il punto definitivo alla sua storia l’anno scorso quando il locale era stato venduto per mettere in piedi una nuova Conad. Si ballava anche al Crocodile, oggi piscina, e a L’Apogeo, oggi La Vispa Teresa, che a esser precisi rimane nel territorio di Bettolle, anche se a due passi da Foiano, terra del locale i Tre Soldi.

E a citare un nome che era tornato in voga in questi giorni, negli anni ‘90 aprì anche l’Iradei a Castiglion Fiorentino che poi tornò ad aprire le sue porte nel biennio 2016/2017. Ci sarebbe dovuta essere una riapertura anche sabato scorso ma poi gli organizzatori hanno dovuto annullare l’evento per "problemi tecnici" (così come hanno scritto sui loro canali social).

Ma insomma, nel Valdarno il fine settimana si andava con gli amici a Il Mulino a al Taotec a Figline o magari a Terranuova, alla casa Casa Cantoniere o al Fitzcarraldo. Era una vallata adatta alla movida anche la Valtiberina con lo Scorpione e il Maline a Sansepolcro senza dimenticare le serate alla Piscina Pincardini che allestiva anche una sala da ballo nelle roventi notti d’estate. Una carrellata di nomi che per gli amarcord a qualcuno avrà fatto scendere una lacrimuccia a rimpiangere i tempi andati e che comunque fa riflettere su come sia cambiata la geografia del divertimento in provincia di Arezzo.

Avvento dei social, individualizzazione, spiegazioni più o meno sociologiche fatto sta che, come accennato, ne sono rimasti 15 di locali ad Arezzo.

In Valdichiana tabula rasa, non c’è niente per fare due salti in pista, anche se ogni tanto viene organizzata qualche serata a L’Arlecchino o al Pallone di Montecchio, ma si tratta comunque di eventi calendarizzati di volta in volta e non appuntamento fisso. Ad Arezzo dominano la scena il Principe e il Class 125, in Valdarno resiste il Fitzcarraldo, il Nirvana, e il Mulino. Lo Scorpione il Medline sono i baluardi in Valtiberina come il River Piper in Casentino.