
Lo yacht nel cantiere di Civitavecchia
Arezzo, 20 maggio 2016 - In Cda l’ ormai famigerato Yacht Etruria c’è arrivato solo alla fine di dicembre del 2014, quando insieme alla carcassa del panfilo più grande del mondo stava per affondare anche la banca. All’epoca si erano già accumulati debiti in sofferenza per 29 milioni, 25 dei quali accantonati a perdita, come ricostruisce puntigliosamente la relazione sullo stato di insolvenza di Giuseppe Santoni, liquidatore della vecchia Bpel.
Ma la storia dei rapporti fra Banca Etruria ela Privilege Yard, la società che aveva avviato il cantiere di Civitavecchia, è molto più antica. Sono del 2009 i primi contatti fra via Calamandrei e la società di Mario La Via, che si muoveva facendosi forte di un autentico tourbillon di nomi (fra i più famosi l’ex segretario dell’Onu Perez de Cuellar, Gianni Rivera, l’ex ministro Vincenzo Scotti ora indagato, l’ex viceministro Mario Baldassarri perquisito ad agosto, il cardinale Tarcisio Bertone, destinatario di ingenti donazioni benefiche).
E’ nel marzo di 7 anni fa appunto che il direttore crediti di Bpel decide un finanziamento ponte di 3 milioni su una quota di 7. Da notare che la pratica viene esaurita in soli 7 giorni, come ricostruisce Santoni. Sempre nel corso del 2009 ci sono altre quattro delibere del comitato crediti, che portano l’esposizione complessiva ad oltre 16 milioni, con tempi di istruttoria che ancora sono spesso di pochi giorni. A novembre si sale a 21 milioni, la decisione stavolta è del comitato esecutivo, il rating assegnato alla società è B, non il massimo ma neppure spazzatura.
Il 12 maggio 2010, ancora il comitato esecutivo, dopo un’istruttoria che non supera gli 8 giorni, delibera di incrementare i fidi da 24 a 57 milioni, a seguito della scelta di Bpel di aderire al pool creditizio che concede un finanamento complessivo di 100 milioni. Etruria è la capofila, ma ci sono anche le grandi banche nazionali, da Bpm a Mps, da Intesa a Unicredit. La quota di Bpel è di 25 milioni, poi ridotti a 20.
Alla riunione del comitato, annota il liquidatore, partecipano il presidente Giuseppe Fornasari, il vice Giorgio Guerrini e i consiglieri Enrico Fazzini, Gerardo Gatti e Carlo Platania, insieme al collegio dei sindaci guidato da Massimo Tezzon.
Il finanziamento verrà effettivamente erogato nel febbraio 2011 e, stavolta la ricostruzione è della Guardia di Finanza di Roma, quasi subito dalla Privilege Yard Spa parte un bonifico di 46 milioni, destinatario la Privilege Yard Inc. con sede alle Isole Vergini, noto paradiso fiscale. In realtà, il cantiere di Civitavecchia, che impiega un centinaio di persone, non arriverà mai al varo dello Yacht, che ancora arrugginisce al sole. I prestiti non vengono restituiti e il 30 marzo 2012 la posizione Privilege viene per la prima volta classificata a credito deteriorato, nel 2015 arriva il fallimento, con indagine della procura di Civitavecchia per bancarotta. Ora anche il pool dei Pm aretini si avvia a ipotizzare lo stesso reato. Ma dal lato di chi i crediti Bpel li ha decisi.
di Salvatore Mannino