
E45, piazzola crollata senza pace. Riapre ma a Pasqua ripartono i lavori
di Claudio Roselli
SANSEPOLCRO
Sta finalmente per chiudersi il capitolo legato alla piazzola di sosta lungo la corsia nord della E45 all’altezza di Pieve Santo Stefano, franata nel febbraio del 2018. La ditta incaricata ha completato in questi ultimi mesi il ripristino dell’area e anche i controlli effettuati hanno dato l’ok per la recuperata agibilità dello spazio laterale alla quattro corsie. Manca soltanto la precisa data di riapertura, ma crediamo che si tratti oramai di giorni; l’unico punto interrogativo sarebbe semmai legato alla presenza di un cantiere ancora all’opera proprio in quel tratto, con conseguente scambio di carreggiata, per cui si attende la conclusione dei lavori e il conseguente ritorno alla tanto attesa normalità. Non dimentichiamo infatti che, dopo le incrinature rilevate diversi anni fa e anche postate con foto sui social (che erano state evidentemente un segno premonitore), sei anni fa si era verificato il cedimento, reso evidente dal gradino di una sessantina di centimetri che era venuto a formarsi, con distacco anche dello strato di asfalto; i lavori, che poi avevano subito anche qualche blocco, erano iniziati nell’estate del 2019, dopo che in precedenza erano stati eseguiti precisi sopralluoghi dai carabinieri forestali, i quali avevano rilevato nel sottosuolo anche tracce di amianto, nonostante nel periodo in cui la superstrada venne costruita non appartenesse ancora alla categoria delle sostanze ritenute pericolose o a rischio. Dal momento della frana fino a oggi, la circolazione sulla E45 in direzione di Cesena continua ad andare avanti con un restringimento: i veicoli infatti transitano sulla sola corsia di sorpasso, che è divenuta di conseguenza quella di marcia normale.
Dopo la riapertura (probabilmente in aprile), quest’ultima verrà ancora chiusa per la sostituzione di una barriera laterale, non più a causa della piazzola, per la quale anche l’iter degli interventi non era filato via liscio come l’olio: prova ne sia che la svolta decisiva è maturata poco più di un anno fa, con l’arrivo del parere positivo sul riutilizzo della terra esistente, che ha snellito i tempi rispetto a un intervento di smaltimento con successivo riporto. Sono stati posizionati micropali di consolidamento per evitare nuovi cedimenti e una seconda palizzata a sostegno del terrapieno. Ora, insomma, tutto è a posto, non dimenticando il fatto che a rallentare l’operatività ha contribuito anche la parentesi del Covid-19