REDAZIONE AREZZO

Dramma Cadla: mercoledì l'incontro tra azienda e sindacato. Ieri nuovo vertice con Conad: si va verso un preaccordo?

Scaffali semivuoti, la strada dei contratti di solidarietà non sembra aver funzionato: ma stipendi pagati fino all'ultimo soldo. Chi sono i possibili acquirenti LE FOTO DELLA PROTESTA

La protesta dei dipendenti Cadla

Arezzo, 19 luglio 2014 - Ore difficilissime per il gruppo Giannetti, distributore del marchio Despar per l’Italia centrale, e la consociata Cadla, che controlla il magazzino di stoccaggio a Sam Marco con i suoi 197 dipendenti. Sono loro quelli che rischiano di più, più ancora dei colleghi di Duegi Srl, la società dei fratelli Claudio e Carlo Giannetti dalla quale dipendono i supermercati. Per questi ultimi si apre la possibilità di una cessione a Conad, con le controllate dell’Umbria e del Tirreno, ma per gli altri è sempre buio fitto. Mercoledì l’incontro convocato fra azienda e sindacato. Il semplice fatto che il vertice si svolga è un segnale preciso. Sembra voler dire che i Giannetti sono sulla strada di trovare una soluzione e che debbono discuterne le condizioni con i rappresentanti dei lavoratori. Le indiscrezioni continuano a essere univoche: la trattativa con le due consociate Conad va avanti ed è anche arrivata un pezzo in là. Ieri era in agenda un altro incontro fra la famiglia con i suoi emissari e Conad del Tirreno, interessato a rilevare i punti di vendita sulla costa toscana, da Lucca in avanti. 

Si era parlato della possibilità di un pre-accordo, ma fino a tarda sera non sono filtrate conferme. Lunedì, poi, i dirigenti del gruppo si vedranno con l’altra Conad, quella dell’Umbria. Anche in quel caso i contatti paiono alla stretta finale. Nel caso l’esito dovesse essere positivo, passerebbero di mano i supermercati dell’interno, compresi quelli di Arezzo e provincia. I più importanti in città sono piazza Giotto, Pescaiola, via Guelfa e via Chiarini, tutti col marchio Eurospar. Lo stesso dei due grandi punti vendita di Castiglion Fiorentino (l’ultimo inangurato) e Camucia.

 

Dopo la manifdestazione spontanea di mercoledì mattina, altre giornate difficili. Col direttore generale Maurizio Stocchi che si è presentato ai dipendenti per confermare la trattativa di cessione dei supermercati (ma non ha fatto nomi, tantoneno quello di Conad), sia pure per negare che l'affare sia già concluso. Fra i lavoratori regna lo scetticismo rispetto ai chiarimenti forniti dal direttore. Non cambia insomma il clima che mercoledì mattina ha portato i dipendenti a una manifestazione spontanea al di fuori del centro che rifornisce i supermercati aretini della linea "Despar".

Stocchi non ha negato ci siano contatti per la cessione dei supermercati, anche se non ha fatto il nome della catena interlocutrice, ma ha smentito ci sia in accordo. Mercoledì gli emissari del gruppo si sono visti con quelli della Conad Umbria,. Ieri un vertice con la Conad del Tirreno, che potrebbe subentrare nei market della costa. A tirare le fila, dietro le quinte, c’è Carlo Giannetti, che prova a salvare il salvabile in un gruppo messo in ginocchio da una crisi di liquidità.  In particolare, i lavoratori chiedono di sapere che fine farà la Cadla nel caso Duegi venisse ceduta a Conad o a qualsiasi altra catena. E’ chiaro che ogni marchio della grande distribuzione ha la sua organizzazione logistica di rifornimento. Secondo quanto riferito agli stessi dipendenti nell'ultimo periodo l'azienda avrebbe gradualmente ridotto le partite d'acquisto, riducendo di conseguenza le fatturazioni e i clienti, questo fenomeno, arrivato al limite nelle ultime settimane ha causato un vero e proprio stallo commerciale. 

Appena un mese fa sembrava essersi rialzato grazie ai contratti di solidarietà, ma la soluzione evidentemente non ha retto. Dell’impero Giannetti, potrebbe salvarsi la Duegi Srl (una cinquantina di addetti), la società che controlla i supermercati al dettaglio, in procinto di essere ceduta alla Conad, se la trattativa non si arena sulle ultime secche. Assai più incerto il destino di Cadla, con i suoi 197 dipendenti. Anche se finora hanno ricevuto gli stipendi fino all'ultimo euro.

Il malessere era già venuto alla luce da mesi. Il sintomo più clamoroso era stata la progressiva rarefazione delle merci sugli scaffali dei supermercati. Per uscirne, appunto, i fratelli Giannetti avevano chiesto sacrifici ai dipendenti, sotto forma di un contratto di solidarietà firmato il 16 maggio. Insieme a qualche accordo con la banche e alla cessione di alcuni supermercati avrebbe dovuto servire a restituire agilità all’azienda.   Invece niente. Ultima tappa del calvario domenica, quando i punti di vendita sono rimasti chiusi, forse perchè avevano troppo poco da offrire ai clienti. Idem dicasi per il magazzino Cadla di San Marco: capannone quasi vuoto, camion fermi, piazzali deserti.