ANGELA BALDI
Cronaca

Disagio e malattia, la lotta quotidiana della neuropsichiatria infantile

In mille tra bambini e ragazzi seguiti ad Arezzo, il 10% sono autistici. Tanti con disturdi dell'adolescenza o dell'apprendimento

adolescenti

Arezzo, 21 ottobre 2021- Attacchi d’ansia, disturbi dell'umore. Ragazzini che arrivano ad auto lesionarsi o perfino a tentare il suicidio, tanti piccoli autistici o bimbi con problemi dell’apprendimento. Sono quasi mille gli adolescenti e i bambini in difficoltà seguiti dalla Ufsmia di Arezzo, l’unità operativa di neuropsichiatria infantile diretta dal dottor Luciano Luccherino. Alcuni di loro seguono un percorso settimanale di ascolto, per altri ci sono terapie farmacologiche, psicologi e neuropsichiatri e percorsi su misura.

 

Quanti sono e che età anno i pazienti?

 

“L’unità operativa di neuropsichiatria infantile si occupa di bambini e ragazzi da 0 a 18 anni. In totale circa 950 pazienti, tra bambini e adolescenti. Numeri più o meno costanti all’anno tra chi esce dal percorso di cura e chi entra”.

 

Quali sono le patologie più presenti?

 

“Ci sono bambini con disturbi dell’apprendimento, o disturbi del linguaggio, c’è chi manifesta iperattività, disturbi dell’umore, ansia. Tra i bambini delle elementari i problemi più comuni riguardano disturbi dell’apprendimento: soprattutto dislessia, problemi nella scrittura o disturbi della matematica. Negli adolescenti tra i più comuni attacchi d’ansia e disturbi alimentari, questi ultimi soprattutto tra le femmine. E poi disturbi dell’umore e iperattività”.

 

Dei quasi mille giovani pazienti in cura alla salute mentale infantile, 101 sono arrivati all’ospedale in urgenza tra maggio 2020 e maggio 2021 in piena pandemia, come anticipato a La Nazione il dottor Luccherino, quali sono i casi più gravi?

 

“Alcuni di loro sono passati dal pronto soccorso pediatrico, altri da quello normale, quasi tutti sono stati presi in carico. La maggior parte delle urgenze ha riguardato tentativi di suicidio, quasi sempre assumendo farmaci. Un problema enfatizzato dalle chiusure del Covid e dall’esplosione in casa dei conflitti. C’è chi con disturbi dell’umore compie gesti auto lesivi tagliandosi per esempio”.

 

Quanti sono bambini e ragazzi con autismo?

 

“L’autismo è molto diffuso, c’è un gruppo aziendale che ne segue più di 100 in provincia. Un 10% dei nostri pazienti sono autistici. L’autismo viene diagnosticato dopo i 18 mesi, più è precoce la diagnosi e meglio è. Ci sono livelli diversi di gravità e anche le cure sono diverse, ogni paziente ha un piano personalizzato”.

 

In cosa consistono le cure per i pazienti della neuropsichiatria infantile?

 

“C’è chi segue una psicoterapia settimanale con  psicologi e neuropsichiatri infantili, chi fa colloqui periodici e chi è seguito con farmaci dal neuropsichiatra infantile. Molto dipende dalla gravità e dalla tipologia del disturbo ma anche dall’età del paziente. Il bambino autistico ha bisogno di trattamento intensivo che interessa molte figure professionali, mentre il ragazzino con attacchi di panico di terapia farmacologia e psicoterapia. Non tutti arrivano in urgenza, ci sono anche percorsi da cup e ambulatori dedicati. I disturbi d’apprendimento vengono segnalati all’inizio da pediatri e scuola”.

 

Quanto dura la terapia?

 

“Dipende dalla gravità del disturbo, alcuni sono in terapia da anni, poi crescendo vengono passati agli adulti. Come nel caso dell’autismo dove serve un intervento costante che cambia con l’età. Alcuni disturbi transitori invece col tempo diminuiscono o passano come quelli legati all’età dello sviluppo, è un disagio più che una patologia. Come per esempio chi manifesta attacchi d’ansia per un periodo in adolescenza. Registriamo circa un 25% di guarigioni. Le vere patologie invece restano o si ripresentano in età adulta sotto altre forme”.

 

C’è un modo per intercettare queste difficoltà prima che esplodano?

 

“I genitori devono stare attenti ai cambiamenti improvvisi, alle chiusure relazionali. Il pericolo può essere dietro l’angolo se un ragazzo non vuole più uscire o vedere gli amici, se ha improvvisi cambi d’umore o meno cura di sé”.

 

Quanti di questi bambini e ragazzi necessitano di un sostegno scolastico?

 

“Circa 350 di quelli che seguiamo hanno attivato il sostegno scolastico. Siamo noi a fare la proposta di certificazione poi questa viene valutata dalla commissione Inps”.