Sergio Rossi
Cronaca

Dieci figli e un lavoro precario: professore lancia un appello a Papa Francesco

"Ricevi la mia famiglia e se puoi dacci una mano per il lavoro" scrive Giacinto Corrazza. "Siamo neocatecumenali, i figli sono una ricchezza"

Giacinto Carrozza

Arezzo, 16 febbraio 2018 - Professore precario, 44 anni e dieci figli. Basta questo per capire la situazione di Giacinto Carrozza, aretino, laureato in lettere moderne e sposato con Francesca, estetista che lavora in modo saltuario in relazione al carico familiare che si ritrova. Racconta così la sua famiglia il prof precario che lancia un appello a Papa Francesco: «Mia moglie ha 41 anni, la figlia più grande ne ha 15, le ultime tre ne hanno 5, nate con un parto trigemellare. Siamo neocatecumenali, riteniamo che i figli siano una benedizione. I nostri sono bravissimi, molto disciplinati anche se le difficolà di gestione potete immaginarvele».

Attualmente la famiglia vive a Pescara. «Siamo di Arezzo e abitavamo in affitto nel centro storico, ci siamo trasferiti quando ho avuto una supplenza in Abruzzo per sostituzione di maternità e al momento stiamo ancora qui. Con noi sono venuti i quattro nonni che ci danno una mano sia dal punto di vista logistico che economico, altrimenti non potremmo mai farcela»

Eccoci al Papa. «Siamo fedeli di Francesco, entusiasti di quello che fa e di come parla. E’ a lui che lanciamo un appello, fosse solo per riceverci. Vorrei che baciasse i nostri figli. Se poi potesse aiutarmi a trovare un lavoro non precario per sostenere la mia numerosa famiglia, sarei l’uomo più felice». Non si piange addosso il professor Carrozza che ripercorre le sue esperienze, le delusioni, le speranze.

«Sono laureato in lettere moderne e ho l’abilitazione per insegnare italiano, storia e geografia nelle scuole medie e negli istituti tecnici. Non ho mai avuto una cattedra fissa, solo supplenze e tante ripetizioni private. Ad Arezzo ne facevo molte, adesso un po’ meno. Abbiamo sempre abitato in affitto non potendo pagare un mutuo, da strutture pubbliche non priceviamo a aiuti, ma in compenso abbiamo molte esenzioni, ci è stato riconosciuto il bonus bebè, siamo sempre ai primi posti nella graduatorie per le agevolazioni scolastiche. Insomma, non si tratta di soldi ma è come lo fossero.

Ha fatto tanti concorsi, da archivista, da impiegato: ho inviato inummerevoli curricula ma la mia passione è la scuola. Racconto questa storia perché spero che il Papa ne venga a conoscenza e riceva la mia famiglia: sarebbe importante anche solo questo.