BADIA TEDALDA
Cronaca

Dieci anni senza Guerrina. Causa milionaria e condanna a Gratien inchiodato da un sms

Ancora aperta la maxi richiesta danni avanzata dai parenti di Piscaglia. Padre Alabi deve scontare 20 dei 25 anni della sentenza per omicidio. Vicenda finita senza mai ritrovare il corpo della donna: i lati oscuri.

Dieci anni senza Guerrina. Causa milionaria e condanna a Gratien inchiodato da un sms

Dieci anni senza Guerrina. Causa milionaria e condanna a Gratien inchiodato da un sms

di Claudio Roselli

Caso risolto anche senza il ritrovamento materiale del corpo. In ultimo, la richiesta di risarcimenti da parte dei familiari. Sono passati dieci anni esatti dalla scomparsa di Guerrina Piscaglia, la 50enne di Ca’ Raffaello (siamo nell’isola amministrativa toscana in territorio romagnolo e nel comune ) vista per l’ultima volta in paese nel pomeriggio di quel 1° maggio del 2014.

Un caso di cronaca nera fra i più rilevanti a livello nazionale e trattato nelle trasmissioni televisive più seguite, perché condito anche da un risvolto particolare: il rapporto sentimentale fra la vittima e padre Gratien Alabi, oggi 53enne, che sta scontando i 25 anni di carcere (la sentenza è definitiva) con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Il frate congolese dell’ordine dei premostratensi, dal quale è stato espulso, era arrivato l’anno precedente assieme ad altri due religiosi e pian piano aveva esercitato il suo fascino in una donna alle prese con i problemi del figlio Lorenzo, disabile e del marito Mirko Alessandrini, rimasto senza lavoro.

Una donna che voleva ricominciare a vivere e che aveva trovato la persona con la quale si sentiva rinata; lo stesso Padre Gratien ha ammesso la relazione con lei, anche se continua a professarsi innocente. Ed era curata e ben vestita quando il 1° maggio di dieci anni fa Guerrina uscì di casa dopo il pranzo a casa dei suoceri: l’appuntamento era in canonica e qualcuno in effetti la vide incamminarsi in quella direzione, mentre altri la notarono per l’ultima volta un tantino fuori dal paese, sullo spiazzo della Marecchiese dove sono sistemati i cassonetti, perché aveva preso l’abitudine di farsi una passeggiata. Alla sera, quando l’attendevano per cena, Guerrina però non si trovava più.

La triste storia divenne pubblica a distanza di oltre tre mesi, poco dopo ferragosto e sulle prime si pensò a un allontanamento volontario, anche a seguito delle voci sparse di proposito da Padre Gratien, in base alle quali Guerrina sarebbe scappata con l’ambulante marocchino. Niente di più falso. Di lì a poco, il piano preparato dal frate congolese per scagionarsi si sarebbe rivelato un boomerang: i tempi di quel giorno (vedi il ritardo nel recarsi vicino a Sestino per celebrare un funerale, quando fece fare inversione con l’auto a Mirko, marito di Guerrina al suo servizio, per andare forse a prendere il cellulare della donna, probabilmente già uccisa) e soprattutto gli sms scambiati e sospetti indirizzarono ben presto le indagini su un versante ben preciso.

Pur senza il cadavere rinvenuto, padre Gratien è stato riconosciuto colpevole di aver ucciso Guerrina quel pomeriggio stesso del 1° maggio all’interno della canonica e poi di aver fatto sparire il suo corpo. Motivo? Pare che Guerrina gli avesse confidato di essere incinta. Lui continua a sostenere la propria estraneità.

L’ultimo capitolo è la richiesta di circa un milione di euro di risarcimento da parte dei parenti, ma del corpo di Guerrina ancora niente.