GAIA PAPI
Cronaca

Delitto Girolami, parlano i testimoni. I familiari vanno al prossimo round

Ascoltati in aula gli agenti di polizia giudiziaria e i vigili del fuoco coinvolti nel ritrovamento e nelle indagini. La psicoterapeuta fu assassinata lo scorso ottobre nel proprio casale a Foiano, l’imputato è l’ex genero.

di Gaia PapiFOIANOSarà la giornata dei testimoni, si era detto. E in effetti lo è stata. Ma non per tutti. Nell’udienza di ieri mattina al tribunale di Arezzo, nel processo per l’omicidio di Letizia Girolami, la psicoterapeuta 72enne uccisa lo scorso ottobre nel casolare di famiglia a Foiano della Chiana, non c’è stato tempo per ascoltare i familiari della vittima, nonostante fossero regolarmente citati. A raccontarlo, al termine di una lunga mattinata di lavori, è l’avvocato Tommaso Ceccarini, legale di parte civile proprio del marito e della figlia della donna, ex compagna dell’imputato. "Abbiamo sentito cinque testi – riferisce Ceccarini –. Tutti appartenenti alla polizia giudiziaria: il luogotenente Falco della stazione dei Carabinieri di Camucia, che ha ricostruito tutta la prima fase delle indagini, i vigili del fuoco che rinvennero il cadavere, altri due operanti intervenuti la sera stessa e il luogotenente che ha analizzato i telefoni cellulari dell’indagato e dei soggetti coinvolti". Un mosaico che ha permesso agli inquirenti di ricostruire nel dettaglio gli spostamenti, le comunicazioni, i cambi d’abito e la rete di messaggi che precedette e seguì l’omicidio. Sul banco degli imputati c’è Mohamed Irfan Rana, 37 anni, cittadino pakistano, ex compagno della figlia di Letizia. È accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe colpito la donna a morte con una zappa, al culmine di una lite nata – incredibile ma vero – per la sparizione di alcuni pulcini di pavone. Un reato che, se confermato, potrebbe costargli l’ergastolo.

Nel corso dell’udienza, ieri, l’attenzione si è concentrata proprio su quanto accaduto nelle ore immediatamente precedenti e successive al delitto. I periti hanno tracciato, grazie alla geolocalizzazione sempre attiva sul cellulare di Rana, gli spostamenti dell’imputato."Le celle telefoniche – ha spiegato Ceccarini – hanno permesso una ricostruzione precisa del suo percorso. Inoltre, è stato confermato un cambio di abiti: Rana avrebbe indossato vestiti diversi tra il primo pomeriggio e il momento in cui lascia il casolare". I familiari della vittima – presenti in tribunale – non hanno potuto assistere all’udienza. "Erano in sala d’attesa per tutta la mattina, ma in quanto testimoni non possono assistere agli esami dei testi – ha precisato il legale –. Solo intorno all’ora di pranzo è stato loro comunicato che sarebbero stati rinviati alla prossima udienza". Prossima udienza che è stata fissata per il 25 settembre. A quel punto si ripartirà con i testimoni residui della polizia giudiziaria (sette in tutto) e, se i tempi lo permetteranno, finalmente con l’ascolto dei familiari di Letizia Girolami, chiamati a raccontare il contesto in cui maturò la tragedia. Il processo si annuncia lungo e complesso.