GLORIA PERUZZI
Cronaca

"Datevi un sogno oltre i telefonini". Bernini, vita in salita ma di successo. Dalla rabbia alla guida degli industriali

Al centro la mamma abbandonata alla nascita. "Insieme qualunque cosa accada, mi ripeteva sempre". La storia è confluita in un libro, in azienda mutua l’esempio del babbo: "Era la bontà fatta a persona".

"Datevi un sogno oltre i telefonini". Bernini, vita in salita ma di successo. Dalla rabbia alla guida degli industriali

"Datevi un sogno oltre i telefonini". Bernini, vita in salita ma di successo. Dalla rabbia alla guida degli industriali

"È un atto di coraggio. Mi sono liberato di molte cose che mi portavo dentro dall’infanzia, non potendo parlarne con i miei genitori", così Fabrizio Bernini fondatore di Zucchetti Centro Sistemi, Presidente di Confindustria Toscana Sud, imprenditore visionario e appassionato, definisce il libro "Qualsiasi cosa accada" (Aska), scritto da Filippo Boni, dove ha raccontato la sua storia e quella della sua famiglia dalla quale emerge un’intima prospettiva sulla vita e le imprese coraggiose. Un Guzzino rosso fiammante è lo specchio del passato che trasporta Bernini indietro nel tempo, fino alla Firenze del 1927, rivelando le radici dolorose della madre, abbandonata e poi adottata da solitudine e difficoltà. Un viaggio che rivela il coraggio di un uomo che ha superato ogni avversità e ha creato, dal niente con le sue mani, l’azienda di software leader in Italia. Bernini è un’icona dell’industria toscana, un esempio di resilienza e speranza per le generazioni future. Bella l’idea di molti dirigenti scolastici di far leggere il libro ai loro studenti.

Bernini, cosa spera di suscitare con il suo esempio?

"Spero possa servire a far sognare i giovani in modo più reale. Vivono un presente piatto guidati da sogni virtuali. Con il telefono in mano pensano di essere circondati da persone, poi alzano la testa e scoprono di essere soli".

Un consiglio?

"Togliere qualcosa alle loro vite, se hai tutto non avrai stimoli per realizzare i tuoi sogni. Senza sofferenza non c’è felicità e voglia di riscatto".

Com’è riuscito a trasformare la sua rabbia di bambino in entusiasmo?

"Grazie alla ricchezza del territorio. Qui a Mercatale, sento le persone vicine oggi come quando ero bambino. Nei momenti difficili poter contare su una comunità che ti accetta per ciò che sei è come l’aria che ti fa respirare".

Il Valdarno che non ha mai voluto lasciare.

"Creare ricchezza per il mio territorio è ciò che ho voluto da sempre e credo che gli imprenditori dovrebbero ritrovare questo tipo di attrazione locale".

Anche il mondo del lavoro, però ha perso appeal?

"Sicuramente il Covid ha aiutato a maturare un po’ di disaffezione verso le proprie occupazioni, ma un po’ è anche colpa degli imprenditori".

In che senso?

"Il vero patrimonio di un’azienda sono le risorse umane. Oggi il problema degli imprenditori è creare un’orchestra che suoni una musica che il mercato recepisce, altrimenti non funziona". Cosa è stato più doloroso da ricostruire per il libro?

"I momenti legati al mio babbo e rivivere la sofferenza di mia mamma, abbandonata alla nascita. Il suo culto della famiglia, difesa sempre da tutto, dall’alcol, dalla violenza, dalla miseria".

Qualsiasi cosa accada!

"Frase che usava per rassicurarmi dalle difficoltà familiari".

Una frase che lei usa?

"È bellissima, mi trasmette positività e mi esorta a raggiungere un obiettivo. La uso anche nelle scelte, nelle strategie e nello sviluppo dell’azienda".

In cosa somiglia a sua madre?

"Nella testardaggine. Credere sempre che è possibile raggiungere ciò che desideriamo".

E al suo babbo?

"Ritrovo la sua bontà nei miei rapporti personali e professionali. Babbo era buono con tutti".

Che rapporto ha con sua figlia?

"Ottimo, lavora in azienda da tre anni. Penso di averle trasmesso la cura delle relazioni con le persone. Con lei come con tutti i collaboratori, ho un rapporto basato anche sulla leggerezza, sulla battuta e sul sorriso, fondamentale per affrontare la vita".

Oggi qual è il suo sogno?

"Veder crescere la mia azienda e ritagliarmi, finalmente, del tempo per me stesso".

La cosa più importante che ha imparato dalla vita?

"L’essere onesto e avere sempre un sogno da inseguire".