
Maurizio Scarpelli
Arezzo, 26 gennaio 2019 - Trentacinque anni di passione e di professione non sono bastati a Maurizio Scarpelli per evitare la morte a sé e a tre dei suoi passeggeri. Il destino gli ha teso una trappola sulle distese ghiacciate del monte Rutor, a 3mila metri di quota, paradiso valdostano degli sciatori fuoripista. Da tre settimane Scarpelli, 53enne originario di Reggello e residente a Firenze, lavorava come pilota di elicotteri per i ricchi turisti dell’heliski, che si fanno accompagnare sulle vette non servite da impianti.
«Maurizio era un pilota molto serio e professionale» assicura Michele Ruvidotti, suo amico da oltre vent’anni e istruttore come lui presso la ‘Eli-Ghibli helicopter services srl’, sede sociale a Reggello e base operativa presso l’aviosuperficie di Arezzo. Era qui che Scarpelli – che ricopriva il ruolo di amministratore delegato della ‘Eli-Ghibli’ – svolgeva gran parte del lavoro alla guida di elicotteri, impegnato anche nell’addestramento di allievi piloti. Era poi costantemente a disposizione, specie d’estate, per conto della Regione Toscana impegnato sul fronte degli incendi.
«A settembre – ricorda ancora Ruvidotti – abbiamo lottato giorno e notte con le fiamme che divoravano il Monte Serra, nel cuore della Toscana, ma insieme siamo stati dappertutto, dalle Alpi alla Sicilia, con i nostri elicotteri». Una persona speciale, Maurizio Scarpelli. Il padre Renato – scomparso nel 2008, storico commerciante di stoffe al mercato fiorentino di San Lorenzo – aveva fondato a Pilano di Reggello una comunità sociale, che ospitava ragazzi in difficoltà. Il figlio lo aveva presto affiancato con entusiasmo, tanto da creare proprio qui un’elisuperficie. Sempre con il padre aveva portato aiuti umanitari in varie parti d’Italia e d’Europa, impegnato in missioni di soccorso.
«Metteva gli altri al primo posto – ricordano gli amici di quel periodo – faceva saltare vacanze e battute di caccia se c’era da fare qualche missione». La vicenda della comunità del Pilano era costata a suo padre e a lui anche qualche strascico giudiziario in seguito a denunce di presunti maltrattamenti, sulle quali però la magistratura deve ancora pronunciarsi in via definitiva.
Era stata una vicenda che lo aveva profondamente ferito. Chi gli è stato più vicino, in questi anni difficili, sottolinea il suo altruismo assoluto, sul lavoro e con gli amici e conoscenti.
La comunità del Pilano adesso è stata affidata a un’altra gestione. Maurizio Scarpelli aveva lasciato per questo le colline di Reggello e si era stabilito a Firenze, con una compagna che, negli anni, gli ha dato due figli. Senza mai abbandonare la passione per gli elicotteri, trasformatasi in una professione solida e altamente richiesta da un capo all’altro dell’Italia.